La saggistica

"Pagine corsare"
La saggistica
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?Sentiamo che direbbe un testimone nel 2001, costretto a fare un necrologio di Laura Betti?
di Pier Paolo Pasolini

[?“Vogue?”, Milano, aprile 1971]

Pioniera della contestazione? Si, ma anche sopravvissuta alla contestazione.
Quindi restauratrice di uno stata quo ante. Dove c?’era i! pieno (l?’ordine borghese e l?’opposizione ufficiale), si ? avuto il caos; caduto il caos, quel pieno ? apparso come vuoto, e chi c?’era dentro, a fare il buffone della protesta, si ? trovato come in una stanza di cui fossero scomparse improvvisamente le pareti.
I popoli antichi rievocavano artificialmente il caos per ?“rinnovarsi?”, ricostruendo?
il momento inaugurale.
Il caos non passa senza lasciare la necessit? di rinnovamento. Invece del rinnovamento si ? avuta la restaurazione, con le squadre fasciste.
Quel pupazzo che nel ?pieno degli anni cinquanta e dei primi anni sessanta? si ? trovato ad essere vivo, ma strettamente dipendente dal mondo che egli, in quanto pupazzo, contestava, ? poi stato travolto e vanificato dal caos del biennio dal 1968 al 1970, col ritorno della normalit? ha verificato in s? l?’accadere di un fenomeno molto comune: l?’invecchiamento.?
La persona di cui sto in particolare parlando non ammette nulla di tutto? questo.
? invecchiata e morta: ma son sicuro che nella sua tomba ella si sente bambina.
Ella ? certamente fiera della sua morte, considerandola una morte speciale.
Inoltre pur ammettendo in parte di essere morta, appunto perch? la sua morte, essendo speciale, pu? essere ammessa, essa, nel tempo stesso, non l?’ammette: ?la mia morte ? provvisoria, ? un fenomeno passeggero?, essa par dire, con l?’aria di un personaggio di Gogol?’, di Dostoiewsky, o di Kafka, ?in alto loco si sta brigando perch? tale noiosa congiuntura venga superata e tutto torni come prima. Del resto, io non ho soluzione di continuit?: sono ci? che ero. La mia possibilit? di stupore non ha limiti perch? io cado sempre dalle nuvole, e rido, con meraviglia fanciulla?. (Contemporaneamente, l? nella tomba, dice: ?Io non son mai nelle nuvole, son sempre coi piedi a terra, niente mi meraviglia perch?, da sempre, so tutto?.)
Ambiguit?? No: doppio gioco. Ch? essa, la morta, Laura Betti, non era ambigua, anzi, era tutta d?’un pezzo: inarticolata come un fossile.
Ella ha aderito alla sua qualit? reale di fossile, e infatti si ? messa sul volto una maschera inalterabile di pupattola bionda; (ma: ?attenti, dietro la pupattola che ammette di essere con la sua maschera, c?’? una tragica Marlene, una vera Garbo?).?
Nel momento stesso per? in cui concretava la sua fossilizzazione infantile adottandone la maschera, eccola contraddire tutto questo recitando la parte di una molteplicit? di personaggi diversi fra loro, la cui caratteristica ? sempre stata quella di essere uno opposto all?’altro.
La sua grande fortuna ? stata quella di avere evitato di vivere in uno dei tanti paesi dittatoriali che ci sono al mondo; e soprattutto di avere evitato di finire in uno dei tanti possibili campi di concentramento. Che terrificante vittima sarebbe stata! Ma in un necrologio non si dicono queste cose.
Facendo di lei un esame superficiale, molti le attribuirono in vita una volont? provinciale di degradazione degli idoli.
No, non era soltanto il sadismo di una provinciale che giunta nel Centro dove abitano gli idoli, prova il piacere di profanarli e di dissacrarli: in questa dolorosa operazione c?’era il suo bisogno di essere contemporaneamente ?“una?” e ?“un?’altra?”, ?“una?” che adora, e ?“un?’altra?” che sputa sull?’oggetto adorato; ?“una?” che mitizza e ?“un?’altra?” che riduce. Ma non era ambiguit?, ripeto. Il suo gioco era chiaro come il sole.
Naturalmente, proponendosi prima di tutto, come una delle leggi-chiave del suo codice, di non fare mai, in alcun caso, piet?, essa, per il gioco dell?’opposizione, ha anche sempre voluto e ammesso anche di fare piet?. Ma la piet? non ? stata causata da una o dall?’altra delle sue azioni o delle sue situazioni: no, essa ? sempre stata causata dall?’eccessiva chiarezza del suo gioco. Dunque ? attraverso la piet? che essa ? stata costretta a provocare verso la sua persona, che ? venuta fuori la sua generosit?: cio? qualcosa di eroico. Questo ? infatti il necrologio di un?’eroina. Bisogna aggiungere che era molto spiritosa e un?’eccellente cuoca.

Pier Paolo Pasolini?
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