Cinema
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Vedi anche: tutti gli aggiornamenti di "Pagine corsare" da ottobre 1998

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"Pagine corsare"
Cinema

Sergio Citti.
La poetica vitalit? di un cantastorie
di Graziano Marraffa

Nato nel 1933 a Fiumicino (Roma), debutta in arte a met? degli anni '50 come consulente dialettale del Pasolini scrittore, per i suoi romanzi d'esordio Ragazzi di vita e Una vita violenta. L'incontro con il cinema avviene nel 1959, cio? quando Pasolini, divenuto sceneggiatore, lo indica a Mauro Bolognini per collaborare a La notte brava e , successivamente, a Franco Rossi per Morte di un amico (1960). Nasce cos? un sodalizio artistico che terminer? solo con la morte di Pier Paolo Pasolini, del quale Citti raccoglier? inevitabilmente l'eredit? artistica.

Dalla collaborazione ai dialoghi per i film Accattone (1961) e Mamma Roma (1962) dei quali ? protagonista il fratello Franco, Sergio Citti passa all'aiuto regia nei lavori successivi dell'amico: La ricotta (1962), interpretato da Orson Welles, Uccellacci e uccellini (1965) e gli episodi La Terra vista dalla Luna (1966) e Che cosa sono le nuvole? (1967), tutti con Tot? e Ninetto Davoli, che risultano essere capolavori dell'opera pasoliniana, magistralmente esemplari nel descrivere il continuo conflitto tra la vita e la morte, tra istinto e ideologia dei personaggi che ne sono protagonisti; creature stralunate e indifese che cercano di apprezzare e comprendere, come possono, il senso della vita.

Nel 1970 Citti, con la supervisione di Pasolini, far? il grande salto dirigendo Ostia, film nel quale affiorano immediatamente le tematiche che diverranno costanti nel proseguimento della sua carriera: l'affettuosa attenzione per gli umili e i meno fortunati, l'ambiguit? nei rapporti familiari e d'amicizia, la complicit? maschile e l' incosciente allegria d'accettare la vita cos? come si presenta, nel bene o nel male.

Con Storie scellerate (1973), affiancandosi alla Trilogia della vita (Il Decameron, 1970, I racconti di Canterbury, 1972 e, successivamente, Il fiore delle Mille e una notte, 1974) realizzata parallelamente da Pasolini, trasporta i suoi antieroi nella Roma di Gioacchino Belli, popolandola di ladruncoli smaliziati, borghesi dissoluti e prelati ingordi.

Dopo aver scritto e sceneggiato insieme a Pupi Avati Sal? o le 120 giornate di Sodoma (1975) ultimo, disperato film diretto da Pasolini, collabora nuovamente come dialoghista per Brutti, sporchi e cattivi (1975-'76) di Ettore Scola, tragicomico ritratto delle borgate romane teso a descriverne l'inevitabile degrado con insolita ferocia da parte del regista.

La nuova occasione di dimostrare le sue acute doti di cineasta arriva con Casotto (1977) anch'esso emblema del peggioramento di una classe sociale: la piccola borghesia che si ritrova a frequentare la spiaggia libera di Ostia in una domenica in cui ciascuno, perdendo la propria maschera, far? i conti con se stesso; un film non facile, interpretato con grande senso della misura dai suoi numerosi protagonisti maschili (Citti, Croccolo, Davoli, Placido, Proietti, Stoppa, Tognazzi) e femminili ( Carabella, Deneuve, Foster, Melato).

In seguito realizza per la RAI due film: Il minestrone (1979), con Benigni, Citti, Davoli e Gaber, viaggio in tre atti d'una Armata Brancaleone composta da autentici morti di fame alla perenne ricerca di cibo; Sogni e bisogni (1985), dieci episodi nei quali raffina e afferma le sue qualit? di poetico cantastorie "narrate per il piacere di narrare", rendendone protagonisti i migliori attori italiani del periodo (Ida Di Benedetto, Serena Grandi, Giulietta Masina, Enrico Montesano, Maurizio Nichetti, Francesco Nuti, Renato Pozzetto, Gigi Proietti, Ugo Tognazzi, Carlo Verdone, Paolo Villaggio).

Continuando ad affidarsi a un cast stellare, dirige nel 1989 il corale Mortacci (ispiratogli da Pasolini anni prima, durante una chiacchierata in macchina), grottesca riflessione sul proseguimento della vita terrena interpretata da vecchi leoni (Benti, Gassman, Giuffr?, Mc Dowell, Melato) e nuovi esordienti (Alt, Frassica, Luotto, Rubini, i gemelli Ruggeri, Vitali).

Dopo una lunga pausa, torna dietro la macchina da presa con I magi randagi (1996), derivato da Porno-Teo-Kolossal, un soggetto originale che Pasolini avrebbe voluto realizzare trent'anni prima con protagonisti Tot?, Eduardo De Filippo e Ninetto Davoli, favola metafisica che ironizza sulla mistificazione dei tempi moderni.

Dopo l'invisibile Cartoni animati (1998) diretto insieme al fratello Franco, ideale aggiornamento di Miracolo a Milano (1950, Vittorio De Sica), con protagonista Fiorello, dove i cartoni del titolo sono quelli che fanno da scudo protettivo ad una comunit? d'emarginati, realizza nel 2000 Vipera, scritto con Vincenzo Cerami, ennesima storia di sottoproletari vessati, chiusa con una massima che rispecchia fedelmente l'ideologia di fondo dell'autore: "Le storie non devono piacere, ma dispiacere".?
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Sergio Citti. La poetica vitalit? di un cantastorie, di Graziano Marraffa
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