Il Decameron
1970-71
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Tratto da Decameron di Giovanni Boccaccio
Scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini?
Fotografia Tonino Delli Colli;scenografia Dante Ferretti; musica a cura di Pier Paolo Pasolini con la collaborazione di Ennio Morricone; costumi Danilo Donati; montaggio Nino Baragli, Tatiana Casini Morigi; aiuti alla regia Sergio Citti, Umberto Angelucci; assistente alla regia Paolo Andrea Mettel.?
Interpreti e personaggi Franco Citti (Ser Cepparello-San Ciappelletto); Ninetto Davoli (Andreuccio da Perugia); Jovan Jovanovic (Rustico); Angela Luce (Peronella); Pier Paolo Pasolini (un allievo di Giotto); Giuseppe Zigaina (frate confessore); Vincenzo Amato (Masetto da Lamporecchio); Guido Alberti (un ricco mercante); Gianni Rizzo (il padre superiore); Elisabetta Genovese (Caterina); Silvana Mangano (la Madonna).?
Produzione: PEA (Roma), Les Productions Artistes Associ?s (Parigi), Artemis Film (Berlino); produttore Franco Rossellini; pellicola Kodak Eastmancolor; formato 35 mm, colore; macchine da ripresa Arriflex; sincronizzazione Cinefonico Palatino; missaggio Mario Morigi; distribuzione United Artists Europa.?
Riprese settembre-ottobre 1970; teatri di posa Safa Palatino; esterni Napoli, Amalfi, Vesuvio, Ravello, Sorrento, Caserta, dintorni di Roma e Viterbo, Nepi, Bolzano, Bressanone, Sana'a (Yemen del Nord), Valle della Loira (Francia); durata 110 minuti.?
Prima proiezione XXI Festival di Berlino, 29 giugno 1971; premi XXI Festival di Berlino, Orso d'argento.?
I commenti
Con Decameron (1971), cos? come per gli altri due successivi film (I racconti di Canterbury e Il fiore delle Mille e una notte) con i quali costituisce ci? che verr? poi definita la Trilogia della vita, Pasolini si propose di esaltare i valori della corporeit? e della vitalit? sessuale.?
"Decameron ? un'opera che vuole essere completamente gioiosa, in maniera astratta." dichiar? il regista. E aggiunse: "La gioia di vivere che c'era nel Boccaccio (anche nei racconti tragici) proviene dall'ottimismo del Boccaccio. L'ottimismo del Boccaccio era un ottimismo storico. Cio?, nel momento in cui lui viveva, esplodeva quella meravigliosa e grandiosa novit?, che era la rivoluzione borghese: cio? nasceva la borghesia. E, in quel momento, intorno al Boccaccio, la borghesia aveva la grandezza, che avrebbe raggiunto solo in certi momenti, e in certi stadi, e in certe, diciamo cos?, aree marginali della sua storia. [?
] Quindi il Boccaccio ha vissuto in questi momenti di esplosione, di nascita, di inizio e di principio di una nuova era. E questo ottimismo suo, che ? razionale e logico (perch? la ragione ? il segno della borghesia), fa s? che l'opera del Boccaccio sia una grande opera gioiosa.?
Evidentemente, per me tutto questo non avviene. Io ho ritagliato un Boccaccio mio, particolare. Il mio Boccaccio ? infinitamente pi? popolare del Boccaccio reale. Il Boccaccio reale ? popolare in un senso molto pi? vasto di questa parola: la borghesia veniva lecitamente compresa nel popolare allora (le istituzioni erano ancora feudali, erano ancora aristocratiche. Il potere era ancora un potere, o metafisico nel Papa, o insomma era comunque un potere sacro). Dunque, la borghesia, in qualche modo, era estremamente pi? vicina al popolo. [?
] Quindi ho ritrovato quella gioia (che nel Boccaccio ? giustificata ottimisticamente dal fatto che lui viveva la nascita meravigliosa della borghesia) e l'ho, diciamo cos?, sostituita con quella innocente gioia popolare, in un mondo che ? ai limiti della storia, e in un certo senso fuori della storia."?
Il film riprende nove racconti di Giovanni Boccaccio, il grande poeta e narratore del Trecento, tra cui due episodi-guida, quello di ser Ciappelletto (interpretato da Franco Citti: personaggio libertino e immorale oltre che assassino, che in punto di morte si fa passare per santo) e quello dell'allievo di Giotto, che ? interpretato dallo stesso Pasolini: in chiave autobiografica il regista-attore sottolinea il rapporto tra la vita, il sogno e l'arte (al termine del film, Pasolini-allievo di Giotto festegger? con i suoi lavoranti l'impresa compiuta, poi, guardando l'affresco ? il suo film ? dir?: "Perch? realizzare un'opera, quando ? cos? bello sognarla soltanto?")?
Un "intermezzo", per cos? dire, ? rappresentato dal sogno allucinato, compiuto dall'allievo di Giotto (Pasolini) e riprodotto nelle immagini cinematografiche a somiglianza di pitture trecentesche. Temi del sogno sono il paradiso (con una bellissima Silvana Mangano che impersona la Madonna) e l'inferno: le rappresentazioni dei "quadri" sono molto suggestive.?
Nei dialoghi ? utilizzato il dialetto napoletano. "Ho scelto Napoli", dir? Pasolini, "perch? ? una sacca storica: i napoletani hanno deciso di restare quello che erano e, cos?, di lasciarsi morire".?
Cinque dei nove racconti sono "licenziosi", cio? l'erotismo vi ha il sopravvento. Sono i seguenti: Masetto da Lamporecchio, ortolano, si finge scemo e sordomuto per mettersi al servizio delle monache del convento, tutte curiose di sperimentare le delizie che possono derivare dal giacere con un uomo, salvo poi gridare al miracolo quando Masetto cessa di essere muto; Peronella si fa soddisfare da un giovane suo amante mentre incita lo stupido marito, ignaro e contento, a pulire con cura l'interno di un orcio; Caterina, con la scusa della calura, dorme sul balcone per ricevere la visita del suo innamorato e si prende poi teneramente cura dell'"usignolo" del suo ragazzo; Gemmata viene posseduta, sotto gli occhi del marito, da don Gianni che furbescamente dichiara di star mettendo in atto un incantesimo per trasformarla in cavalla; Tingoccio torna dall'aldil?, secondo un patto stipulato con Meuccio (che non vuole avere rapporti con le donne poich? ritiene che ci? lo condanni all'inferno), assicurandolo che "lass?" far l'amore non ? considerato peccato e che quindi, se lo far?, meriter? il paradiso.?
Vi ? inoltre, proprio all'inizio del film, la novella con cui ? narrata la vicenda di Andreuccio da Perugia (Ninetto Davoli) venuto a Napoli a comprare cavalli. Viene derubato in un rione malfamato da una giovane che, assicurandogli di essere una sua sorella, lo deruba dopo averlo fatto cadere in un pozzo nero; dopodich? Andreuccio viene indotto da ladri sacrileghi a spogliare il cadavere di un arcivescovo e a recupera un rubino che lo ripaga del furto precedentemente subito. Un vecchio racconta poi un'altra storia ambientata in un convento, introducendo in tal modo la novella di Masetto.?
Sulla sessualit? e sui modi in cui Pasolini la rappresenta nel film, riporto quanto scrive il critico Serafino Murri in Pier Paolo Pasolini, Editrice Il Castoro, Milano: "Quanto alla sessualit?, la pietra dello scandalo per i ben pensanti 'tradizionali' dell'epoca, la naturale delicatezza con cui questa gente rozza vive la dimensione corporale, l'adulterio, il raggiro, il puro appetito sessuale, vista oggi, con gli occhi di un fine secolo in cui non si sa se sia pi? oscena la sessualizzazione della merce o l'antica (ormai industriale) mercificazione del sesso, fa sorridere della sobria essenzialit? di Pasolini, il cui tormentoso rapporto con il sesso non valica neppure per un istante la dimensione personale, per il quale le immagini non diventano mai mania elucubratoria di un gusto della diversit? alla quale siamo abituati da tanti pi? o meno dichiarati suoi epigoni di oggi. La ridda di denunce (oltre ottanta) ricevute in tutte le citt? d'Italia, con l'accusa di pornografia (in un periodo in cui peraltro comincia a prosperare il mercato del film a luci rosse), tra un sequestro e l'altro, non impediscono al film di diventare un vero e proprio successo commerciale e di vedersi attribuire l'Orso d'argento al Festival di Berlino del 1971. Il linciaggio morale nei confronti del regista assume toni macchiettistici, a tal punto da risultare, ormai, difficilmente credibile. L'unica cosa che non viene perdonata al regista, da parte della 'sua' sinistra (mentre i neofascisti lo accusano, nei loro volantini, di essere un sostenitore dell'eversione 'rossa'), ?, dichiaratamente, l' 'aver perso il senso della realt? come di una realt? impegnativa e di una realt? che avanza, e che quindi bisogna aiutare nel suo avanzare' ".?
Il commento musicale del film, che si richiama a melodie della tradizione napoletana, fu elaborato dallo stesso Pasolini con la collaborazione di Ennio Morricone. Anche in Decameron (cos? com'era nella linea pasoliniana) gli attori sono in gran parte non professionisti.?
Vedi anche:
Il Decameron di Pier Paolo Pasolini (e di Giovanni Boccaccio, of course...),
a cura di Angela Molteni
e la pagina di approfondimento su Giovanni Boccaccio.
IL BRANO CHE STAI ASCOLTANDO E'
FENESTA 'CA LUCIVE
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SU DECAMERON
VEDI ANCHE

Alcune immaginI
tratte dal film
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La musica nei film
di Pier Paolo Pasolini.
Alcuni riferimenti pittorici
di Angela Molteni
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