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Il teatro Porcile Porcile, dramma in undici episodi, è il corrispondente teatrale dell'"episodio tedesco" rappresentato nel film omonimo. I dialoghi sono trasportati quasi del tutto integralmente nell'opera cinematografica: sarà utile quindi leggere anche il commento al film contenuto in Pagine corsare nella sezione "cinema". È significativo, soprattutto, meditare su alcune dichiarazioni e sui dialoghi dei personaggi rappresentati, per "rintracciare" i segnali del messaggio pasoliniano: rispetto alle "regole" del potere dominante non è possibile a un individuo, pena una fine terribile, essere "né ubbidiente né disubbidiente": occorre solo conformarsi acriticamente. Dice tra l'altro Julian, il protagonista della vicenda:
io non ho opinioni. E Ida, che ama Julian e non si capacita del fatto di non esserne riamata, dialogando con la madre di Julian, delineerà alcuni aspetti caratteristici – ma contrastanti con quelli esposti appunto dalla madre – del giovane:
Ho tentato di averne, e ho fatto, in conseguenza, il mio dovere. Così mi sono accorto che anche come rivoluzionario ero conformista.
MADRE Julien in effetti ha una passione amorosa avvolta da un fitto "mistero": si scoprirà infine – a sottolineare la sua "diversità" – che egli ama, anche carnalmente, i maiali custoditi nel porcile della tenuta paterna. Egli tenta di darne spiegazione a Ida, con un lungo monologo alla fine dell'ottavo episodio del dramma:
Egli era orgoglioso. IDA MADRE IDA MADRE IDA IDA
Che cosa immensa e curiosa il mio amore. Pasolini dichiarò che in parte si identificava con Julien Klotz, "l'ambiguità. l'identità sfuggente, e insomma tutto quello che il personaggio dice di se stesso nel lungo monologo rivolto alla sua ragazza che se ne va".Non posso dirti chi amo; ma non è questo che interessa. Mai, oggetto di passione amorosa è stato così infimo (per dir poco). […] Una cosa veramente unica. Da non potermene mai un istante liberare, neanche dal pensiero. Non è una cosa che capita, nascendo, vivendo: no. Insomma, non c'è in essa NIENTE DI NATURALE. […] Mi alzo alla mattina. E cosa mi aspetta? Una giornata piena di questo amore. Grande importanza, nella gioia che ne provo, è che a conoscerlo sono soltanto io. E che quindi i suoi atti devono essere compiuti in segreto; […] Mi alzo, il mattino, compio le azioni di Julian, e poi… Poi esco fuori. Fuori, insieme alla natura, ecco che mi aspetta anche una impreveduta razza umana: coloro che coltivano la terra. Essi non hanno nulla a che fare col resto dell'umanità. […] Dove vado, poi, quando resto solo? Questo è quello che non ti posso dire. […] Ho sognato poche notti fa che ero per una strada buia, piena di pozzanghere; […] Ed ecco che sull'orlo dell'ultima di queste pozzanghere, c'è un maiale, un maialino… Io mi avvicino a lui, come per prenderlo e toccarlo. Ed esso allegro mi morde. Il suo morso mi strappa quattro dita della mano destra, che però restano attaccate e non sanguinano, come se fossero di gomma… […] Chissà mai qual è la verità dei sogni oltre a quella di renderci ansiosi della verità. |
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