La vita

"Pagine corsare"
La vita

Morte di Pasolini
Una riapertura delle indagini dopo
trentaquattro anni dal suo barbaro assassinio
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A Casarsa il 25 aprile
di Gianni Biondillo
2 novembre 2005 - Nazione Indiana

Alcune parole che ho scritto davanti la tomba di Pasolini a Casarsa oltre un decennio fa [G.B.]

Qui sull’arida sponda delle tue ceneri
sto, Pier Paolo, dismesso
Dal mondo che mi ufa.

I figli di allora sono ora
padri ancora più bui
e i giovani sembrano mostri
morti d’inedia.

Il vento da destra mi gela le ossa.

Non mi eri padre né mi sei fratello
per un banale scarto di ere,
quello che mi hai dato è inattuale.
Giro per le tue rovine
dannato all’eterna mediocrità.

La prospettiva si curva:
ho dato le spalle alle ombre
ma ora la luce mi fa a pezzi.

Nel maggio 2005 nel corso di una trasmissione televisiva Pino Pelosi - per sua stessa ammissione del 1975 assassino di Pier Paolo Pasolini - ritrattò la propria confessione e si dichiarò non colpevole della tragica uccisione del poeta. Pelosi sostenne che furono altre persone a commettere il delitto; non si spinse oltre, però, non rivelandone l’identità. Qui troverete le dichiarazioni del 2005 di Pelosi e i commenti che seguirono in quei giorni le sue dichiarazioni. 

Vi fu un tentativo di riaprire le indagini su quell’omicidio, sostenuto da Guido Calvi e Nino Marazzita, all'epoca del delitto giovani penalisti e difensori di parte civile dei familiari dello scrittore. L’iniziativa portata avanti da Marazzita tuttavia non ebbe seguito, malgrado una serie di prese di posizione tra cui quella di Sergio Citti (scomparso poi l’11 ottobre 2005). 

Lo scorso febbraio è uscito in libreria un volume di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza edito da Chiarelettere dal titolo Profondo nero. Mattei, De Mauro, Pasolini. Un'unica pista all'origine delle stragi di Stato. Nella prima pagina questo libro - mettendo assieme tre dei misteri d'Italia più enigmatici racconta di trame di potere di uno stato dentro lo stato che vede assieme pezzi dei servizi, esponenti del mondo politico, mafia e logge massoniche - gli autori scrivono:

"Caro lettore, 
prendi fiato: stai per fare un salto nel tempo, una corsa a ritroso nella storia italiana, per scoprire il mistero del complotto che potrebbe avere provocato la morte di Enrico Mattei, il presidente dell'Eni precipitato nel 1962 con il suo aereo nella campagna pavese di Bascapè.
Ma stai per scoprire qualcosa di più.
Che quel complotto sarebbe stato orchestrato “con la copertura di organi per la sicurezza dello stato”, e poi occultato in un intreccio di omertà e depistaggi pronti a ricompattarsi ogni volta che, nella storia del paese, qualcuno minaccia di rivelarne il segreto.
Per questo motivo sarebbe sparito nel nulla a Palermo il giornalista Mauro De Mauro, eliminato in circostanze misteriose per volontà di un mandante invisibile. Per questo motivo lo scrittore Pier Paolo Pasolini, ucciso ufficialmente in una lite tra “froci”, sarebbe vittima di un agguato studiato a tavolino. Come si legano i tre delitti? Un filo nero come il petrolio avvolge la fine di Mattei, De Mauro e Pasolini."
Erano gli anni Settanta. Il giornalista De Mauro stava preparando la sceneggiatura del film di Francesco Rosi sulla morte di Enrico Mattei, il presidente dell'Eni che osò sfidare le compagnie petrolifere internazionali. Pasolini stava scrivendo il romanzo Petrolio, una denuncia contro la destra economica e la strategia della tensione, di cui il poeta parlò anche in un famoso articolo sul "Corriere della Sera". De Mauro e Pasolini furono entrambi ammazzati. Entrambi avrebbero denunciato una verità che nessuno voleva venisse a galla: e cioè che con l'uccisione di Mattei prende il via un'altra storia d'Italia, un intreccio perverso e di fatto eversivo che si trascina fino ai nostri giorni. Sullo sfondo si staglia il ruolo di Eugenio Cefis, ex partigiano legato a Fanfani, ritenuto dai servizi segreti il vero fondatore della P2. Il "sistema Cefis" (controllo dell'informazione, corruzione dei partiti, rapporti con i servizi segreti, primato del potere economico su quello politico) mette a nudo la continuità eversiva di una classe dirigente profondamente antidemocratica, così come aveva capito e cercato di raccontare Pasolini in Petrolio. Le carte dell'inchiesta del pm Vincenzo Calia, gli atti del processo De Mauro in corso a Palermo, nuove testimonianze e un'approfondita ricerca documentale hanno permesso agli autori di mettere insieme i tasselli di questo puzzle che attraversa la storia italiana fino alla Seconda Repubblica.

Riporta tra l'altro Wikipedia alla voce "Eugenio Cefis": 

"Una grande figura di intellettuale si interessò al ruolo svolto da Cefis nella storia e nella politica italiana: Pier Paolo Pasolini, che ne fece uno dei due personaggi "chiave", assieme a Mattei, di Petrolio, il romanzo-inchiesta (uscito postumo nel 1992) al quale stava lavorando poco prima della morte. Pasolini ipotizzò, basandosi su varie fonti, che Cefis alias Troya (l'alias romanzesco di Petrolio) avesse avuto un qualche ruolo nello stragismo italiano legato al petrolio e alle trame internazionali. Secondo autori recenti e secondo alcune ipotesi giudiziarie suffragate da vari elementi, fu proprio per questa indagine che Pasolini fu ucciso: cfr. per esempio il volume di Gianni D'Elia, Il petrolio delle stragi, Effigie, Milano 2006".
Ecco, dunque, la situazione come si presenta attualmente: lo scorso 27 marzo un'istanza è stata presentata alla Procura di Roma per chiedere la riapertura delle indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini. La richiesta, firmata dall'avvocato Stefano Maccioni e dalla criminologa Simona Ruffini, è frutto di una indagine-inchiesta e arriva alle medesime conclusioni del saggio Profondo nero di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza sopra citato. Nel libro, che è stato accluso all'istanza di riapertura delle indagini, Pelosi rivela che ad uccidere Pasolini furono cinque persone. E finalmente ne fa i nomi. Nell'istanza si chiede inoltre alla procura capitolina di riprendere le indagini condotte dal pm di Pavia Vincenzo Calia sulla vicenda di Enrico Mattei, l'uomo d'affari morto misteriosamente nel 1962 e di cui Pasolini si sarebbe occupato nel suo ultimo libro, Petrolio. Dopo aver esaminato l'istanza, la pm De Martino ha chiesto al gip di aprire un'inchiesta, richiesta accolta il 2 aprile dalla Procura 

Seguendo la freccia sottostante si potranno raggiungere alcuni commenti apparsi negli ultimi giorni su alcuni organi di stampa.

 
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Morte di Pasolini - La riapertura delle indagini dopo trentaquattro anni dal suo barbaro assassinio

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