"Pagine corsare"
8 maggio 2005
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Nel corso della notte tra il 1? e il 2 novembre 1975, quella in cui viene barbaramente assassinato il poeta, scrittore e regista tra i pi? grandi tra quanti ne abbia avuto il nostro paese, i carabinieri fermano Giuseppe Pelosi, un giovane di 17 anni, detto ''Pino la rana'', alla guida di un' Alfa 2000 Gt rubata, che poi risulter? di propriet? dello scrittore. La stessa con quale qualcuno aveva posto il sigillo finale alla sua vita. Pelosi viene portato in caserma. Interrogato dai carabinieri il giovane ammette il furto e fa cenno a un anello di sua propriet?, che gli investigatori troveranno vicino al corpo di Pasolini. Arrestato il 2 novembre, Pelosi viene accusato di furto d'auto, ma in carcere si vanta subito, con un compagno di cella, di essere stato lui a uccidere Pasolini. Con il ritrovamento del cadavere e di fronte all'evidenza dei fatti, Pelosi il giorno stesso confessa l'omicidio. Il giovane dichiara di aver incontrato Pasolini la sera del 1? novembre a Roma presso la stazione Termini. Di essere salito in auto con lo scrittore e dopo una cena in una trattoria vicino alla Basilica di San Paolo, passata la mezzanotte, di aver raggiunto il luogo dove poi era stato trovato il corpo. L? - Pelosi riferisce agli inquirenti -, avrebbe sulle prime accettato e poi rifiutato di avere un rapporto sessuale con lo scrittore. Sceso dall'auto, racconta durante l'interrogatorio di essere stato inseguito da Pasolini che vistosi respinto avrebbe reagito violentemente colpendolo con un bastone. A quel punto, secondo Pelosi, sarebbe scattata la sua reazione violenta. Il percorso processuale della vicenda ? relativamente veloce. La sentenza di primo grado ? datata 26 aprile 1976, quella d'appello 4 dicembre 1976. La Corte di Cassazione si esprimer? in modo definitivo il 26 aprile 1979: Pelosi se la cava con una condanna a nove anni. Ne sconter? soltanto sette, uscendo in semilibert?. Oggi, maggio 2005, dopo trent'anni, Pino Pelosi clamorosamente cambia versione dei fatti. E dice: ''Non fui io a uccidere Pasolini'', rilanciando una pista investigativa mai battuta fino in fondo ma ipotizzata pi? volte: la possibilit? che Pasolini sia stato massacrato da un gruppo di picchiatori, che volevano ?dargli una lezione''. Perch? Pelosi lo fa soltanto ora? ''Perch? sono solo, non ho pi? famiglia, i miei sono morti. Ho 46 anni e pago da sempre quell'omicidio. E poi perch? queste persone saranno morte, probabilmente''. ... e una riflessione. Seguendo la trasmissione televisiva di sabato 7 maggio, il primo sospetto che ho avuto ? che Pelosi avesse in qualche modo ricevuto qualche "gratificazione" dall tv di stato: per essere pi? esplicita, che molto semplicemente fosse stato pagato in moneta sonante. Molte persone purtroppo sono disposte a questo e ad altro, a volte per prevaricare, altre volte per motivi futili e banali, spesso per costruirsi un prestigio non ottenibile con le sole qualit? personali e con quelle testimoniate dal proprio lavoro. E sono disposte a calpestare chiunque, ad utilizzare l'insulto e la calunnia, a strumentalizzare qualsiasi situazione, fosse anche la morte di un innocente, per far trionfare (si fa per dire) le proprie masturbazioni mentali. Altri, poi, sono prontissimi a cavalcare ogni tesi - anche la pi? ripugnante - che possa loro assicurare un misero messaggio pubblicitario, o ad appropriarsi di idee altrui pur di raggiungere l?obiettivo di far parlare di s?. Non ho conosciuto Pelosi, se non attraverso ci? che ? stato scritto da lui e su di lui. Ma ho seguito le precedenti interviste in carcere (condotte dalla stessa giornalista) e la netta sensazione sempre ricavata da tali esperienze ? che si trattasse di un bugiardo: mentire parrebbe una sua caratteristica congenita. Una caratteristica comune, d'altronde, a tanti "personaggi" di casa nostra e non solo, pi? o meno "celebri" (ma questo, anche se potrei parlarne per pi? di un'intera giornata, mi porterebbe in parte fuori tema, anche se ? possibile intuire a chi mi stia riferendo...). Pelosi non ha fatto che parlare di circostanze gi? note, di fatti conosciuti e perfettamente messi in luce, per esempio, dall'arringa dell'avvocato Calvi dell'aprile 1976: non ha aggiunto alcun elemento che potesse sconvolgere la brutalit? dei fatti, e nemmeno risvegliare particolare attenzione. Ora leggo che in una sua interrogazione in Parlamento Vittorio Sgarbi ha espresso un'ipotesi di quel tipo. Egli ha chiesto, infatti, "se la Rai abbia pagato dei soldi a Pino Pelosi". Sgarbi ? sempre "sopra le righe", ma spesso - se si riesce a depurare le sue parole da eccessi volutamente truci - ha sollevato problemi non privi di argomentazioni valide (per esempio quando forn? un suo parere sulle "attitudini" culturali dell'ex ministro dei Beni culturali).
Dal canto suo, Guido Calvi (anch'egli avvocato di parte civile al processo del 1975-76) ribadisce che "la procura deve impegnarsi a indagare". Calvi, come accennato, aveva gi? allora ricostruito in ogni dettaglio le modalit? dell'assassinio di Pier Paolo Pasolini. Ma nel Tribunale penale che process? Pelosi vi fu una preoccupazione prevalente: quella di "chiudere" al pi? presto. Cos?, nel processo all'assassino di Pasolini si tenne conto solo marginalmente del "concorso di ignoti" nell'atto delittuoso: non venne disposta - n? effettuata autonomamente da polizia e carabinieri - alcuna altra indagine (mentre sarebbe stato opportuno promuoverla soprattutto tenendo conto delle inchieste svolte da giornalisti prestigiosi e dagli indizi rilevanti che vengono minuziosamente descritti nel corso del processo) e non viene riservata alcuna attenzione ad altri elementi emersi (per esempio: il golf verde, le sigarette e accendino di Pelosi) oppure viene totalmente ignorata una denuncia nella quale erano indicate la sigla (CT) e le prime due cifre della targa di un'automobile che avrebbe seguito quella di Pasolini la sera dell'omicidio. Vi sono infine le dichiarazioni (di oggi, ma in buona parte note anche all'epoca dell'omicidio di Pasolini, e ribadite - nel tempo - pi? volte) di Sergio Citti di cui si parla in alcuni degli articoli pubblicati ora anche su "Pagine corsare". Certo, vi sono serie possibilit? che non venga fatto alcun passo avanti e che si rischi soltanto di continuare a rigirare il coltello nella piaga di una profonda ferita che continua a essere aperta da trent'anni nell'animo di tutti coloro che amano Pasolini e apprezzano le sue opere, i suoi scritti, la sua stessa vita. Basterebbe pensare alle stragi, da piazza Fontana in poi, il pi? delle volte concluse "senza alcun colpevole": molte di queste vicende - ? un fatto accertato - hanno visto all'opera i servizi segreti italiani con obiettivi ben precisi. Ma anche a delitti come quelli che hanno riguardato Simonetta Cesaroni, il piccolo Samuele o Marta Russo: in questi casi, anni e anni di indagini, di procedimenti giudiziari, e nessuna conclusione accettabile e accettata. Oppure ricostruzioni subito smentite, impugnate, inattuate. A tutto ci? hanno concorso insabbiamenti, corruzioni, leggi farraginose e contrastanti tra loro, indagini carenti o pressappochiste, ma non solo. Le ultime dichiarazioni di Pelosi sono quindi da prendere con estrema cautela, indubbiamente. Ma anche con molta attenzione. Occorrerebbero dunque ulteriori indagini. Staremo a vedere; la procura romana, in un primo tempo contraria, ha fatto sapere che svolger? un'inchiesta e prender? in considerazione proprio le dichiarazioni di Pelosi e quelle di Citti. Certo, l'emozione e l'amarezza sono grandi, e anche l'indignazione, poich? tutto ci? che si sa ora si conosceva anche allora. Ma sarebbe occorsa allora, e ancor pi? necessiterebbe ora che l'indignazione si tramutasse in mobilitazione, in partecipazione. Occorrerebbe sensibilizzare i giornali, le emittenti televisive, per riuscire a tenere desta pi? a lungo possibile l'attenzione dell'opinione pubblica su questa terribile vicenda. E, onestamente, in "un paese orribilmente sporco" in cui si scrisse allora che Pasolini "se l'era cercata" ? possibile attuare un tale tipo di impegno che nasce prima di tutto da una presa di coscienza della gravit? della situazione, delle situazioni? Ma chi "ci crede" pu? farlo, pu? mobilitarsi civilmente e convintamente: per quanto mi riguarda, certamente lo far?. "Pagine corsare" inizia oggi a proporre ai suoi visitatori tutti gli elementi reperiti su questa vicenda e continuer? a farlo anche se si dovesse attenuare la speranza di ottenere verit? e giustizia sulla tragica fine di Pier Paolo Pasolini. - P.S. - Sull'eventualit? che Pelosi abbia ricavato qualche particolare gratificazione dalla sua collaborazione con la Rai vi ? stata la seguente, letterale dichiarazione rilasciata dall'avv. Marazzita al quotidiano "Il Tempo" l'11 maggio: "? importante sapere se la Rai ha pagato Pelosi".? [A.M. 14 maggio 2005]
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