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La Roma di Pasolini "Il Pecetto" è ormai un pittore
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![]() Con quest’ultima, in particolare, ha istaurato un costante rapporto epistolare (a testimoniarlo una foto incorniciata della regina che troneggia sul suo scrittoio) che va avanti ormai da sette anni. “Le inviai una poesia dedicata ad una donna di Calabria e da allora, ogni mese e mezzo, risponde alle mie lettere”, dice Parrello senza nascondere l’orgoglio. Conserva con cura tutte le missive che ha ricevuto, ma ad una in particolare è maggiormente affezionato, quella inviatagli da Madre Teresa di Calcutta. “Non so spiegarmelo, ma dopo aver letto queste parole dipingo diversamente” dice, “uso i colori in modo nuovo”.
Con il tempo è arrivato anche il successo, che Parrello sembra non amare particolarmente, con la nomina di “Accademico d’italia” nel ’78 ed una lunga serie di mostre, l’ultima alla galleria Remo Croce nel ‘97. La sua vita però rimane quella del quartiere. Ha tentato invano di costituire un circolo che riunisse tutti i pittori della zona ma “non è facile trattare con gli artisti”. I suoi ultimi lavori, una serie di tele su Pier Paolo Pasolini, verranno esposti nel suo studio proprio perché Parrello non è in cerca di clamore. Il soggetto di queste ultime tele gli è poi particolarmente caro. “Lo conoscevo Pasolini, abitava in via Fonteiana, all’87. Andavamo con gli altri ragazzi ai piloni, a ponte Marconi, a fare il bagno o a giocare a pallone” dice quasi commovendosi. Sì, perché lui era il ‘Pecetto’ e i ragazzi ai quali si riferisce erano proprio i ‘ragazzi di vita’ di Pier Paolo Pasolini. * * * SU SILVIO PARRELLO, RAGAZZI DI VITA E MONTEVERDE VEDI ANCHE: |
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