La Roma di Pasolini

"Pagine corsare"
La Roma di Pasolini

Silvio Parrello
Lettera del 3 settembre 2008 a "Pagine corsare"

Il filmato girato da Sergio Citti alcuni giorni dopo la morte di Pier Paolo Pasolini all’Idroscalo di Ostia, che la magistratura non volle mai vedere al processo rifiutando anche di ascoltare lo stesso Citti, induce a pensare che fu un’altra macchina a passare sul corpo di Pasolini e non la sua Alfa Romeo guidata dal Pelosi in fuga. 

Dopo lo scempio tale macchina finì fuori strada abbattendo una rete di recinzione, piegando un paletto di cemento e lasciando sul posto tracce del sangue di Pasolini.

Di questa possibile verità parlai nel programma televisivo di Raisat Album Scandali e Segreti “Delitto Pasolini” condotto da Andrea Purgatori, andato in onda il 31 luglio 2003.

La perizia medico legale eseguita sull’auto del poeta da Faustino Durante, incaricato dalla famiglia Pasolini, dichiarava testualmente:

“Considerando che l’inizio del percorso fatto dall’Alfa Romeo era costellato di buche profonde, la coppa dell’olio situata a 13 centimetri dal suolo non recava tracce di strusciature e di urti, cosa che invece doveva avere. Il terminale della marmitta non evidenziava nessun segno di urti se non lateralmente, ma erano segni di vecchie ammaccature. Il frontale della macchina era privo di tracce sia di sangue sia di capelli sia di cuoio capelluto”.
Da questa perizia si capisce chiaramente che fu un’altra auto a uccidere Pasolini. In seguito a mie personali recenti indagini sono venuto a sapere che tale macchina il giorno seguente 
l'omicidio fu portata a riparare in una carrozzeria al Portuense da Antonio Pinna che il 16 febbraio 1976 scomparve nel nulla facendo perdere le sue tracce fino all’aprile 2007 quando nel mio studio si presentò il nipote assieme a un figlio del Pinna di cui nessuno conosceva la esistenza, avuto fuori dal matrimonio da una donna del nord Italia.

Il figlio era alla ricerca del padre. Dopo lunghissime indagini era venuto a sapere da fonti sicure che a quattro anni dalla morte di Pasolini il Pinna era ancora vivo, essendo stato fermato a Roma, con la patente scaduta, alla guida di un’auto.

Si può ipotizzare che Antonio Pinna, sapendo la verità sull’omicidio e forse presente allo Idroscalo quella notte, sia stato protetto da quel potere criminale contro cui Pasolini si era scagliato con il famoso articolo “Il romanzo delle stragi” pubblicato dal Corriere della Sera del 2 novembre 1974.

Silvio Parrello
settembre 2008


La foto del monumento a Pasolini all'Idroscalo di Ostia è copyright Jordi Corominas i Julián © 2006

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SU SILVIO PARRELLO, RAGAZZI DI VITA E MONTEVERDE VEDI ANCHE:
contributi_parrello03_ragazzi.htm
contributi_espa.htm
contributi_parrello.htm
monteverde01.htm e pagine seguenti

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Silvio Parrello - Lettera del 3 settembre 2008 a "Pagine corsare"

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