|
? |
![]()
|
.. |
Libri Improvviso il Novecento. [Recensioni da "Tuttolibri", di Piero Gelli Con alcune informazioni sulla Biblioteca Comunale ![]() Degli anni in cui Pasolini insegnava a Ciampino, agli inizi dei cinquanta, effettivamente non si sa molto; quindi il saggio-reportage di Giordano Meacci alla ricerca dei suoi allievi, partendo da Cerami, il pi? illustre, per poi interrogare gli sconosciuti altri, ? per molti versi assai solleticante. Anche perch? l'autore, non ancora trentenne, guarda al tempo e alla figura dello scrittore con la passione di un antropologo; ascolta "gli anziani" che vissero l'era Pasolini, non con la nostalgia di costoro, ma col rammarico quasi di aver mancato un periodo mitico. Inoltre ? colto, ? un allievo coscienzioso, preparato di Luca Serianni, e lo si avverte dalla precisione dei riferimenti e delle citazioni, ben diversamente da molti dei suoi coetanei, subito pronti a insegnare scrittura creativa, pur avendo letto solo testi freschi di stampa. La parte pi? interessante del saggio Improvviso il Novecento ? il dialogo con gli studenti, oggi sessantenni, di un siffatto professore; come lo ricordano e in che modo la loro vita a venire ne ? stata segnata. E pi? che Cerami quindi, che per la sua salute di scrittore ha dovuto senz'altro salvaguardarsi da un maestro troppo invadente, incuriosiscono gli ignoti: dai coniugi Bolotta, che trasformarono la loro casa di Ciampino in una scuola media privata, al gallerista Ugo Ferranti, al commerciante Giulio Romani, che ricorda di come il professore giocasse bene a pallone, per non citare che alcuni, dal momento che in tutti emerge il sentimento di riconoscenza, traspare la consapevolezza di un'esperienza unica. Accanto ad altri ricordi, come quelli di Attilio Bertolucci, che di Pasolini era amico e fu il suo tramite editoriale con Livio Garzanti; accanto a una ricognizione scrupolosa del tempo e del paesaggio della Ciampino d'allora, Meacci allarga l'orizzonte, cerca altre testimonianze. Ed eccolo a Milano, per incontrare Fernanda Pivano o interrogare l'amico Sandro Veronesi. Tuttavia la Pivano, da sempre lontana culturalmente e intellettualmente da Pasolini, c'entra assai poco con l'assunto del libro e ancor meno Veronesi, scrittore indubbiamente di valore ma qui inserito solo per amicizia, nonostante gli strambi... attivi. Perch? non ascoltare invece Laura Betti. O Nico Naldini? Cos? il saggio, di rigorosa partenza, appare alla fine un coacervo di informazione e riflessioni sul personaggio, con alcuni capitoli molto belli, come il viaggio a Casarsa, altri pi? pretestuosi anche se interessanti come l'intervista a Serianni. Meacci ? un giovane appassionato, "ingordo", raccatta dove pu?, non si cura di gonfiare il volume, di trasformarlo in un brogliaccio denso di notizie e di impressioni perch? ? trascinato dall'ammirazione. Cos? questo brogliaccio di pagine intense, nonostante la sua incongruit?, ? preferibile ai numerosi saggi accademici e tesi di laurea, seguiti alla morte del grande e scomodo personaggio: lo rendono leggibilissimo una scrittura limpida, e lo animano una passione e una conoscenza che promettono bene. ![]() Pasolini a Ciampino con i suoi allievi [foto tratta dal sito della ProLoco di Ciampino] . Quando Pasolini faceva il professore di Barbara Palombelli "Sul treno che tutte le mattine di quei primi anni Cinquanta portava il trentenne professor Pasolini alla Francesco Petrarca, il saggista Pasolini progettava L'antologia della poesia dialettale del Novecento, il poeta Pasolini meditava sulle "coloniali notti in cui Ciampino / abbagliato sotto sbiadite stelle / vibra di aeroplani di regnanti". Il giovane Pier Paolo Pasolini studiava dal finestrino le pure stesure del paesaggio, le rovine che proiettano, di l? dalle rotaie, gli ultimi fotogrammi di Roma sulla policromia controllata della campagna. Qualche gregge qua e l?; "un rassegnato dover essere dell'acquedotto...".? Scriveva Pier Paolo Pasolini: "Mi alzo alle sette, vado a Ciampino (dove ho finalmente un posto di insegnante, a 20 mila al mese), lavoro come un cane (ho la mania della pedagogia), torno alle 15, mangio e poi...". ? il 1952 e Pasolini pu? dedicarsi alla lettura soltanto poi... Giordano Meacci, uno degli studenti pi? brillanti della cattedra di storia della Lingua Italiana alla Sapienza di Roma, ha ricostruito quegli anni in un saggio-inchiesta, cercando tutti i testimoni di quella straordinaria esperienza, da Fernanda Pivano ai Bertolucci, dalle storie felliniane ai ricordi di Sandro Veronesi. Improvviso il Novecento. Pasolini professore, ? pubblicato da Minimum fax? Fra gli allievi della "Petrarca", c'? il ragazzino Vincenzo Cerami, che ricorda cos? l'incontro con il professor Pasolini; "Ero stato bocciato in prima media, da un altro professore... all'inizio dell'anno mia madre parl? con lui. Gli disse delle mie difficolt?; cerc? di spiegargli che non ero un bambino sereno... Pier Paolo non le disse nulla. Per? poi, in quei tre anni, con molta intelligenza pedagogica e anche, direi, psicanalitica, ? riuscito pian piano a farmi diventare estroverso. Io sentivo la necessit? di parlare con questo giovane professore, che aveva ventotto, ventinove anni. Che parlava una lingua cos? lontana...". [da "la Repubblica"] ![]() La stazione ferroviaria di Ciampino. Da Roma, il treno era utilizzato tutte le mattine da Pier Paolo Pasolini [foto tratta dal sito della ProLoco di Ciampino] * * * LEGGI LE PAGINE 11-18 DEL LIBRO DI GIORDANO MEACCI * * * SULL'ESPERIENZA PASOLINIANA A CIAMPINO Attualmente a Ciampino vi ? una bella Biblioteca Comunale ? |
|
? |