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I contributi dei visitatori Daniel Agami . mostrare l’innovazione che l’intellettuale ha determinato nella storia della letteratura italiana e nella società contemporanea; descrivere la ripresa della tragedia greca in chiave antropologica, con particolare riferimento alla cinematografia; ricordare, a ventisei anni dalla morte, la figura di Pasolini, a partire da un tema pasoliniano. Tre esempi di innovazione, in prosa, poesia e cinema. Sviluppo:
Un tema comune ai vari percorsi artistici che Pier Paolo Pasolini, nella sua eclettica carriera, intraprese è indubbiamente quello della madre e della maternità, sentito come amore e angoscia. Esso è un tema affrontato da Pasolini trasversalmente ai suoi percorsi, che tocca la poesia, la prosa, la cinematografia, la traduzione. Il tema della maternità era strettamente attuale nel contesto storico dell’Italia tra gli anni 1970 e 1975. Il clima politico era stato caratterizzato da forti tensioni, di carattere terroristico (le numerose stragi organizzate da gruppi terroristici di estrema sinistra e destra, alcuni colpi di stato progettati dai neofascisti), sociale (le occupazioni studentesche del 1968; le proteste dei lavoratori, sprovvisti di una tutela) ed etico (la mancata equiparazione uomo-donna, le lotte di gruppi femministi come il Mld su temi come il divorzio o l’aborto). La Democrazia Cristiana, che costituiva la maggioranza politica, reagì a questo clima di instabilità con cambiamenti politici e sociali. Con l’elezione nel 1972 di Enrico Berlinguer come leader del Pci, si creò la prospettiva di una strategia politica che unisse le grandi forze politiche antireazionarie italiane - la Dc, il Psi ed il Pci - per avviare una serie di riforme socio-economiche ed eliminare il pericolo di un colpo di stato antidemocratico delle forze reazionarie (cosa che era appena successa in Cile): il cosiddetto “compromesso storico”, trattato da Berlinguer e Moro in prima persona (avendo in mente l’alleanza che era stata fatta da De Gasperi e Togliatti nell’immediato dopoguerra), costituiva un’apertura a sinistra della Dc. Parallelamente al “compromesso storico”, i governi democristiani risposero alle tensioni con una politica riformistica: la riforma delle pensioni (1969), lo Statuto dei lavoratori (1970), la legalizzazione del divorzio (1970), l’introduzione dell’obiezione di coscienza (1972), la riforma della Rai (1975). Ulteriore riforma fu la legalizzazione dell’aborto, fortemente sentita dai gruppi femministi e dal Partito Radicale Italiano. L’aborto fino ad allora era vietato (punibile con cinque anni di carcere), illegale e praticato clandestinamente, in condizioni antigeniche. Le riforme più discusse, quella sul divorzio e quella sull’aborto, vennero poi ulteriormente confermate da refendum nel 1974-75 - richiesto dai moderati cattolici per abrogare le rispettive leggi -, i primi nella storia della Repubblica italiana. Contro la legalizzazione dell’aborto interviene, in veste di editorialista del “Corriere della Sera” Pier Paolo Pasolini, con Sono contro l’aborto poi riedito come Il coito, l’aborto, la falsa tolleranza del potere, il conformismo dei progressisti nella raccolta saggistica Scritti corsari. La sua opposizione all’aborto lo rende isolato nel panorama politico, non condividendo né le obiezioni dei moderati cattolici o dei neofascisti, né gli assensi dei radicali e dei comunisti. Introducendo le sue argomentazioni con una suggestiva immagine quasi onirica, inedita in un saggio, dell’utero come locus amoenus (… Io vivo lì la mia vita prenatale, la mia felice immersione nelle acque materne; so che là io ero esistente…), egli mette in luce una profonda opposizione tra la felicità del prenatale (e dunque del prereale) e la drammaticità dell’aborto (e dunque della realtà). Il dibattito sull’aborto è, per Pasolini, un tentativo riuscito della politica di omologazione sessuale degli italiani. Spostando l’attenzione degli italiani sul problema dell’aborto, il Potere ha finito per nascondere e far dimenticare il vero problema, precedente a quello dell’aborto, ovvero il coito. La legalizzazione dell’aborto, per Pasolini, diventa uno strumento per omologare conformisticamente le abitudini sessuali degli Italiani, per controllare la sessualità (e quindi la sfera privata dell’eros) degli italiani. Pasolini evidenzia la matrice “ecologica” di tale referendum (controllare la sovrappopolazione, diminuendo le natività) e quella repressiva (il sesso visto come consumo unicamente eterosessuale); l’aborto persuade occultamente l’individuo al coito, e a considerare la sessualità come possibile unicamente in un contesto eterosessuale. Per l’intellettuale, l’aborto è un sistema del Potere (trasversale ai partiti) per evitare una liberalizzazione - questa sì autenticamente democratica - della sessualità: la prevenzione del coito mediante il safe sex, l’apertura a nuove possibili tecniche amatorie diverse, una visione più libera e aperta della sessualità, la diffusione della prevenzione sessuale e di una sessualità più estesa in modo libero e senza censure da parte dei mass-media (Pasolini cita emblematicamente la televisione). L’aborto è visto dunque come una forma di omologazione conformistica e repressiva della sessualità da parte del Potere antiliberale ed antidemocratica. Più in specifico, Pasolini concepisce una contrapposizione tra mito e realtà; la maternità rappresenta, si diceva, il momento massimo di felicità, in quanto crea un amore forte e felice tra il feto e il grembo materno. La nascita di un bambino, l’infanzia, rappresentano per Pasolini le condizioni giuste perché si sviluppi l’amore felice del bambino verso la propria madre. L’infanzia è vista come espressione ludica, felice, spensierata, quasi onirica, corrispondente al mito, dell’amore verso la propria madre, amore che andrà progressivamente a corrompersi come corrutio boni nell’età adulta. In questi termini, è assolutamente coerente il dissenso del poeta rispetto all’aborto, che di fatto impedirebbe questa condizione di amore felice. L’opposizione mito-infanzia/realtà-età adulta viene toccata da Pasolini anche nella propria produzione poetica. La Supplica a mia madre, in Poesia in forma di rosa ne è un esempio. Qui l’opposizione mito/realtà assume un significato edipico, di amore verso la madre, contrapposto a quello verso corpi senz’anima. Vi sono una serie di opposizioni: Amore felice e finito, verso un’anima VS. Amore infelice e infinito verso corpi senz’anima Ragione VS. Assenza di ragione Mito VS. Realtà Prereale VS. Reale Grazia VS. Angoscia Fase infantile VS. Fase adulta La felicità va dunque a coincidere con la fase infantile, realizzabile nei termini di un amore sincero e giocoso verso la madre, unica ratio possibile. Nel momento in cui si entra nella fase adulta, e quindi nella dura realtà, l’amore verso la madre assume i toni di una sopravvivenza, e il gap tra la solitudine e l’impossibilità di amare razionalmente la madre viene compensato amaramente con altri tipi di amore, effimeri e vuoti dell’amore della forza animale dell’amore originario.
L’Edipo di Pasolini è visto in chiave antropologica; non è un mito di una civiltà arcaica, né solo una tragedia che rasserena le angosce del pubblico borghese dell’Atene del V secolo a.C., ma è un male insito nella società, un problema antropologico. Edipo, accecato, è Pasolini che si scontra con la realtà, con la fase adulta, con i corpi senz’anima. L’accecamento di Edipo è la scoperta drammatica della realtà, con la fine del mito, dell’infanzia. E difatti il film Edipo re, raccontato senza l’intreccio sofocleo, è preceduto da un prologo nell’Italia fascista di Casarsa del 1922 (la nascita del poeta) e da un epilogo, in cui Edipo, accecato, dalla Grecia anticlassica, arcaica, primitiva, si dirige nei portici di Strada Maggiore del 1967, a Bologna, per sedersi in piazza Maggiore. La vicenda di Edipo non prosegue quindi per le vie di Colono (come raccontava Sofocle nell’Edipo a Colono), ma proseguiva - questa è il significato del finale - per i secoli fino ai giorni nostri e prosegue tuttora: il male di Edipo, il complesso edipico freudiano non è quindi un male arcaico e primitivo come la società raccontata nel film, ma un male della società contemporanea. Bibliografia: Compito di questa bibliografia, ovviamente, non è quello di dare un elenco delle opere di o su Pasolini, né di fornire, per motivi di spazio, un elenco completo delle opere relative agli argomenti trattati dall’approfondimento. Si tratta invece di una bibliografia ragionata ed essenziale, ovvero dell’elenco delle fonti che sono state realmente consultate a proposito dell’approfondimento. Le opere citate sono state consultate dopo un’accurata scelta tra i vari testi possibili. Vi sono anche repertori enciclopedici, utilizzati solo per alcuni riferimenti puramente nozionistici.
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