I contributi dei visitatori di "Pagine corsare"
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"Pagine corsare"
I contributi dei visitatori

Un?’inquieta, intelligente,
sacra e dissacrante gioia di vivere
Il mio Pasolini
di Daniel B. Agami?

Perfino a Cesena.
Perfino a Cesena, terra di passaggio tra l?’Emilia-Romagna continentale (o la Romagna continentale, se si assecondano i desideri di scissione leghisti) e la riviera adriatica, vicino alla facolt? di Ingegneria dell?’Universit? di Bologna, si trova una via dedicata a Pasolini.
Perfino a Cesena, si diceva. Ma non a Bologna. Se si sfoglia uno stradario bolognese, si troveranno vie dai vari nomi (perfino una ?“via Senza nome?”!) ma non una via, una piazza, una strada, un viale, dedicato a Pasolini. Neanche in via Nosadella, dove Pasolini visse.
Eppure.
Eppure Pasolini ha vissuto a lungo a Bologna, ed ha dato molto a Bologna, filmandola ad esempio, quasi di nascosto, nel bellissimo epilogo dell?’Edipo re, in cui Edipo, accecato, invece di incamminarsi verso Colono, come voleva Sofocle nell?’Edipo a Colono, sequel per cos? dire dell?’Edipo re, cammina dalla Tebe della Grecia precristiana, barbara e primitiva, anticlassica, alla Bologna della contemporaneit?, del 1967, e questo viaggio edipico ? il viaggio edipico dell?’homo, psicanalizzato da Freud? che continua a vagare senza origine e senza meta per i vari secoli, per approdare ad una Bologna d?’annata, nel Boom economico e nel Miracolo italiano (quello autentico), con gli autobus nella Piazza Maggiore e le nuove cinquecento Fiat parcheggiate, in barba alle future pedonalizzazioni del centro storico. Oppure Pasolini le rende omaggio intervistando i giocatori del Bologna Football Club in Comizi d?’amore, sul sesso. O ancora, in televisione, in una delle rare ospitate televisive di Pasolini, osteggiato dalla Rai bacchettona bigotta e democristiana degli anni Sessanta (e dunque fascista? Se diamo per buona la continuit? tra il P.N.F. e la D.C. descritta da Pasolini negli editoriali corsari del Corriere della Sera della gestione ?“a sinistra?” di Piero Ottone?): come ad esempio nel III B-Facciamo l?’appello di Enzo Biagi, in cui davanti allo sbigottito e incuriosito giornalista in giacca e cravatta compariva un Pasolini vestito solo da una camicia bianca e da una casacca chiara (lui che girava i film in? giacca e cravatta, andava in televisione sportivamente, provocatoriamente in borghese, lontano dalle cravatte perbeniste ed omologanti della Rai in bianco e nero) che ricordava Bologna, la libreria di A. Nanni dove comperava i romanzi russi in una laterale di via dell?’Archiginnasio, il centro storico, la ?“gente?” bolognese. Con un illustre bolognese, Gianni Scalia, che ora si occupa di letterature straniere non divorate dal consumismo come quella albanese, aveva realizzato proprio a Bologna Officina.
E proprio a Bologna aveva frequentato il liceo classico Luigi Galvani, che viene ricordato pi? che per Pasolini per essere il liceo Caimani descritto da Enrico Brizzi nel best-seller giovanilistico Jack Frusciante ? uscito dal gruppo (sic). Ma fino al 2002, entrando in questo borghese liceo illuminato e ridente non un'aula, non una targa, non un busto, non una biblioteca ricordava l?’illustre studente.
Per uno che ha venti anni nel 2002 ? difficile conoscere Pasolini. Una mia collega di studi mi diceva che una volta, domandato alla sua professoressa di italiano delle superiori di Forl? chi fosse Pasolini, questa ha sentenziato che era uno che si meritava la fine che ha fatto. (Tristezza profonda).
Ma viviamo in una scuola media superiore che finge di non conoscere la letteratura contemporanea, che oltre al grande Svevo o a Eugenio Montale non si spinge, e dunque Pasolini rimane nel dimenticatoio degli studenti liceali.
Io stesso, studente e scrittore amante di cinema, letteratura, fumetti, musica e creativit?, propostomi una volta come organizzatore e curatore del cineforum del mio ridente e perbene liceo classico, in cui ci si fa le canne nei bagni con la stessa disinvoltura con cui si copiano le versioni dai cellulari o con cui si festeggia Miss Galvani nelle farse delle assemblee di istituto, mi persi in dubbi su quale argomento potesse essere l?’oggetto del cineforum, che aveva gi? ospitato rassegne sul neorealismo e su Kubrick. Finch? il mio giovane professore Roberto Fiorini, italianista e latinista a tempo perso, giovane quanto basta per avere il terrore dell?’incanutimento dei capelli, fece vedere alla scuola il bellissimo I cento passi di Marco Tullio Giordana, che proprio cinque anni prima, nel 1995 aveva girato Pasolini, un delitto italiano. Nel film di Giordana, sulla storia tristemente reale di Peppino Impastato, ad un certo punto il giovane ribelle, emigrato dalla casa della mafia in un garage, decide di far leggere alla madre ignorante per volere della stessa Mafia, una cosa bellissima, la Supplica a mia madre del terribile Pasolini. In un?’ora fuori programma, il mio prof. Fiorini decise di? fare una lezione sul sonetto di Pasolini, cos? come quando mor? De Andr? fece una lezione su Princesa, una delle ultime canzoni di De Andr? scritta con Fossati.?
Innamoratomi della poesia (ci si pu? innamorare di una poesia? Mah..) proposi violentemente un cineforum su Pasolini, studente del Galvani, nel venticinquennale della morte.?
Ho avuto la fortuna di conoscere poco Pasolini, per potermene interessare di pi?, avevo visto mi pare Mamma Roma male e Uccellacci e uccellini, Edipo re e Che cosa sono le nuvole? e il mio prof. due anni prima aveva proposto come tema dei passi da Sono contro l'aborto di Pasolini. Contattai alcuni prof. ed ecco il cineforum! La presidenza e la vicepresidenza si stupirono un po', avevano paura fosse troppo ostico, ma dissi che era il venticinquennale della morte, eravamo a Bologna, il Galvani non aveva fatto nulla per ricordarlo, era uno scandalo e blah blah blah ... si convinsero.
Ho avuto soprattutto la fortuna di contare su validi professori che facevano le lezioni introduttive sui film, che compensavano le mie ridicole ma appassionate schede che trovate in questo bel sito.?
Ne vorrei ricordare uno, Gabriele Bonazzi, attore e regista teatrale premiato, storico della filosofia, che fece una lezione su Mamma Roma bellissima, da far innamorare di Pasolini perfino uno che di cinema non aveva visto nulla oltre ai film di Lino Banfi, Pippo Franco od Ezio Greggio.?
I numeri di afflusso sono stati bassi, eravamo 15 persone variabili, ma penso che siamo riusciti a fare qualcosa di qualit? a maggior ragione. E qualcosa si ? mosso, perch? per quanto ne so ? stata titolata (o ? in procinto di essere nominata) un'aula del liceo proprio a Pasolini.?
Per quanto mi riguarda il mio lavoro su Pasolini ? approdato all?’esame di stato, con un membro esterno di italiano che innalzava il livello dell?’interrogazione con domande del tipo :?”Come si chiamava la mamma di Pasolini da nubile??” e che ovviamente evitava domande su Pasolini e chiedeva Pascoli, collegandosi alla celeberrima tesi di laurea Antologia della lirica pascoliana, recentemente pubblicata da Einaudi a cura del valido italianista Marco Antonio Bazzocchi, mio professore di Letteratura italiana contemporanea, in un corso che prevedeva Teorema di Pasolini.?
Rileggendo queste schede e questi lavori su Pasolini, a due anni dalla loro stesura, sorrido e cambierei qualche cosa. Avrei inserito nel programma del cineforum il bellissimo Teorema se non La Rabbia, avrei fatto ascoltare la stuggente A Pa?’ di Francesco De Gregori, che come De Andr? o Giovanna Marini si ? occupato musicalmente di Pasolini inserendo nel proprio testo una strofa di Pasolini, e se l?’avessi saputo avrei inserito il bel documentario Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno (2001) di Laura Betti. Nel 2002, nell?’ottantennale della nascita, Bologna ha ricordato Pasolini meritatamente con una giornata di studi e proiezioni, con l?’immancabile biografo Enzo Siciliano che ha vergognosamente, a mio modestissimo avviso, scritto una Vita di Pasolini soffermandosi sugli inevitabili particolari sessuali scandalistici piuttosto che sull?’aspetto artistico.?
Mi piace ricordare che Enzo Biagi il giorno della nascita di Pasolini dedic? una puntata del suo Il Fatto (una delle ultime, purtroppo) a Pasolini, nonostante quarant?’anni prima lo detestasse anche un poco, non comprendendolo appieno, nel prime-time della nazionalpopolare RaiUno.?
Per il resto i suoi film continuano a comparire come schegge impazzite nei palinsesti notturni della Retequattro, che passa dal Tg 4 di Fede a La terra vista dalla luna e che? per fortuna da anni dedica la notte accanto al 2/11 ai film di Pasolini, nell?’anniversario della morte, purtroppo sempre dopo le 2.00 di notte (sic!) ma almeno ricordandolo, cosa che la Rai continua raramente a fare, se non nei Fuori Orario di Enrico Ghezzi.?
Dunque, amatissimi lettori spero non virtuali di queste pagine virtuali, non mi resta che augurarvi buona lettura, amandovi solo per il fatto che abbiamo una passione in comune. E peccato che in queste mie stupide righe che seguono non si analizzi Petronio, il film tratto dal Satyricon, o Pinocchio, interpretato da Tot?-Geppetto e da Davoli-Pinocchio o di San Paolo, o del Porno-Teo-kolossal in cui Eduardo De Filippo si affida al grande poeta, n? Socrate, sugli ultimi giorni del filosofo, o gli altri due episodi? della tetra trilogia della morte, o l?’interpretazione del prologo del film di Scola Brutti, sporchi e cattivi, sull?’ultraproletariato romano, in cui Pasolini aveva accettato di comparire divertito dall?’idea di parlare in una commedia sui temi che lui stesso aveva toccato nei suoi esordi cinematografici e letterari (?“Mi vestir? tutto di bianco, con gli occhiali, seduto dietro una scrivania?” aveva confessato Pasolini a Scola) e di tutto ci? non se ne parler?, carissimi lettori pensanti, proprio perch? Pasolini non ? riuscito a realizzare nulla di queste cose che aveva sognato di realizzare, consolandosi ipoteticamente con la sententia finale sull?’arte detta proprio da Pasolini-Giotto nel Decameron, che non riporto per non offendere la cultura pasolinana dei navigatori di questo bellissimo sito.
Ringrazio Angela Molteni, signora che non conosco personalmente ma a cui voglio bene per il bene che ha voluto ai miei scritti, per l?’ospitalit? che mi ha offerto e sinceramente vi saluto, dai meandri dell?’Universit? di Bologna, dove studio Lettere moderne, dicendovi proprio che per me Pasolini ? amore, sensibilit?,intelligenza, satira, sentimento del sacro laico, apertura celebrale, campi di fiori, filosofia, poesia in senso etimologico di ?“creazione?”, creativit?, creattivit?, arte, pensiero, sogno e tante altre questioni che vi lascio immaginare, candidamente.

NOTA DELLA CURATRICE
I lavori di Daniel Agami sono illustrati da immagini del poeta-regista, da fotogrammi tratti dai suoi film e da riproduzioni di dipinti di Piero della Francesca (Borgo San Sepolcro, Arezzo 1415-1492), uno degli artisti rinascimentali pi? amati da Pasolini - che a Bologna ebbe tra i suoi insegnanti Roberto Longhi, uno dei pi? prestigiosi critici d'arte italiani [cliccando sulle singole riproduzioni degli affreschi di Piero della Francesca si potr? leggere una breve descrizione dell'opera]. Si tratta di opere pittoriche da cui Pasolini ha tratto anche ispirazione per le sceneggiature e i costumi dei personaggi di taluni suoi lavori cinematografici [in particolare, Il Vangelo secondo Matteo]. A Piero della Francesca Pasolini ha dedicato una parte della raccolta poetica La religione del mio tempo. Sugli affreschi di Arezzo, recentemente restaurati, vi ? tra l'altro in "Pagine corsare" un interessante contributo di Enzo Gradassi, il quale cita anche i versi dedicati da Pier Paolo Pasolini a Piero della Francesca. Complimenti e vivissimi ringraziamenti a Daniel Agami e auguri di buona lettura ai visitatori di "Pagine corsare"!
Dentro l'utero di una madre...
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