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Notizie Pasolini a New York
A diciassette anni dalla prima retrospettiva pasoliniana organizzata al MoMa, la manifestazione Pier Paolo Pasolini: Poet of Ashes intende presentare al pubblico newyorkese un ritratto a tutto tondo del nostro ?poeta delle ceneri?. Negli Stati Uniti, dove Pasolini ? tra gli artisti italiani pi? studiati e apprezzati, la sua figura viene associata soprattutto alla produzione cinematografica. Nonostante le buone traduzioni antologiche, non ultima quella curata da Norman MacAfee, ad oggi non esistono in America studi di rilievo sulla sua opera poetica, e anche l?interesse per la sua narrativa ? se ? vero che la titanica traduzione di Petrolio ad opera di Anna Goldstein viene svenduta on-line per pochi dollari ? resta circoscritto a opere giovanili come Ragazzi di vita. Anche la produzione saggistica, a parte una discreta traduzione di Empirismo eretico, ? ancora pressoch? sconosciuta al pubblico statunitense. Eppure l?America ? quella dell?accademia e degli intellettuali metropolitani, ovviamente ? non pu? non amare Pasolini: l?eretico, il marxista, l?omosessuale.? Anche Pasolini l?ha amata l?America, ma quella ?giovane, disperata, idealista? che raccontava entusiasta ? in una intervista intitolata Un marxista a New York ? a una Oriana Fallaci divertita e spaventata dalla sua gioiosa ingenuit?. Fa sorridere infatti rileggere quella intervista, dove Pasolini scambiava una New York ?magica, travolgente e bellissima?, con l?America intera, divisa dalla follia della guerra del Vietnam. Nel 1969, per?, alla sua seconda visita newyorkese, il poeta ? che gi? maturava le riflessioni sul genocidio culturale degli italiani, causato anche da un consumismo ben incarnato dagli Stati Uniti ? si stupiva che tutto a New York gli apparisse ?sospeso e come morto?. ? proprio questa capacit? di abiurare se stesso che rende l?opera di Pasolini ancora nuova e sorprendente, e che forse permette alla sempre pi? contraddittoria America di oggi di rispecchiarsi in questo poeta delle ceneri, ?pi? moderno di ogni moderno?, sempre rinascente dalle proprie rovine. ? |
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di Gian Maria Annovi |