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Notizie Roma, a fuoco il bar Necci. La realtà urbana e la memoria cinematografica. Pasolini e le ceneri di Roma, di Andrea Cortellessa, "La Stampa"
Era il quartier generale nei «so- pralluoghi» che lo portarono a scrivere prima Ragazzi di vita e Una vita violenta; poi a girare, nel 1961, Accattone. Naturale che una scena sia all’interno del bar; e che l’esterno sia ricreato sulla stessa strada. È il set-chiave: che fa da raccordo a episodi distanti tra loro nella savana suburbana. Dove non cessa d’aggirarsi - tormentato dalla fame e da più astratti desideri - Vittorio detto Accattone, il «pappone» interpretato da Franco Citti: il Virgilio che aveva fatto da «dizionario vivente» a Pasolini nelle malebolge romane. Si va dall’Appia Antica sino al Ponte di testaccio dove, improvvisa e traumatica, giunge la conclusione. Tra due «ladroni», «il Balilla» e «Cartagine», Accattone ruba del salame, vede la polizia, scappa in moto. Si sente un fracasso; tutti corrono. Accattone è crocefisso a terra. Mormora: «Aaaah… Mo’ sto bene!».
La Roma del grande cinema neorealista, ma anche quella della Dolce vita o dell’Eclisse, è l'oggetto di un curioso libro di Franco Cordelli, da poco uscito per Falsopiano di Alessandria: Vacanze romane. Set protagonisti film (pp. 301 con 29 ill.ni a colori, € 15.00): raccogliendo articoli sui film ambientati a Roma, quella che ne sortisce è una guida alla città tutt’altro che sentimentale, piuttosto fenomenologica: secondo quello sguardo «doppio», appunto, che ricalca l’oggi a colori su una memoria che è, per lo più, in bianco e nero. C’è anche Accattone, ovviamente, a vagare in una Roma «mitica: che non s’era mai vista e che non c’è più». Vano chiedersi cosa direbbe Pasolini del Pigneto di oggi, inopinatamente fighetto (secondo una parabola già di Trastevere, Testaccio, Garbatella e San Lorenzo). Lui che nel ‘75 aveva rivisto all’odiata televisione lo scandaloso Accattone. In soli quattordici anni s’era consumato quello che Pasolini definisce un «genocidio» culturale: al posto dei borgatari santi degli anni Cinquanta, negli stessi luoghi, ora vedeva i giovani «svuotati dei loro valori e dei loro modelli - come del loro sangue»: «larvali calchi» del mondo «piccolo-borghese». È questo uno dei documenti citati in un altro libro curioso, la dettagliata quanto acuta monografia di Stefania Parigi su Pier Paolo Pasolini, Accattone (Lindau, 232 pp. con 32 ill.ni f.t., € 18.50). Proprio su una ravvicinata messa a fuoco dei luoghi si articola la lettura del film, che ne mette in luce le ripetizioni, i parallelismi, le citazioni. Una prima lettura di Accattone non può che prenderlo (come faceva Pasolini stesso) quale «reliquiario di un mondo scomparso», ma la «seconda vista» di Parigi ci restituisce un’immagine diversa: visionaria e «doppia» come quella del Pasolini estremo di Petrolio. Una volta Pasolini definì il cinema «mangiarealtà»: una macinatrice che dietro di sé lascia solo macerie, scorie, cenere. Sorprende scoprire la quantità di metafore, nell’opera di Pasolini in generale e in Accattone in particolare, legate a un sole che divora, scheletra, incenerisce. È una stagione all’Inferno quella che racconta Pasolini: uno dei compagni di Accattone si chiama Cartagine, come la città incendiata dai romani («Che tu potesse fa’ la fine di Nerone», gli gridano).
Al Pigneto riapre il mitico Necci di Cecilia Cirinei, "la Repubblica", 14 aprile 2009 Riapre il ristorante simbolo del Pigneto, devastato da un incendio doloso la notte fra il 30 e il 31 marzo. "Necci dal 1924" già questa sera ospiterà la festa privata del film, girato nelle sue sale, dalla regista Francesca Archibugi Questione di cuore e domani, dalle 8 del mattino alle 2 di notte di notte sarà aperto con l´orario di sempre. «Una scommessa vinta riuscire a tornare alla normalità dopo 14 giorni di lavori», dice il proprietario Massimo Innocenti. Stasera festa privata per l´anteprima del film di Francesca Archibugi Questione di cuore (al vicino cinema Aquila), con tutto il cast al completo, da Kim Rossi Stuart ad Antonio Albanese, e domani apertura ufficiale. "Necci dal 1924", storico ristorante e bar del Pigneto, incendiato da sconosciuti la notte fra il 30 e il 31 marzo, riapre dopo 14 giorni e 14 notti di lavori ininterrotti, con le stesse squadre di operai ed elettricisti, che lo avevano realizzato due anni e mezzo fa.
La solidarietà del quartiere poi è stata meravigliosa. Tanti clienti abituali venivano lo stesso in questi giorni a fare colazione, con il caffè portato da casa, e si sedevano in giardino a chiacchierare mentre noi lavoravamo». E il locale sarà anche più carino di prima: resta la foto di Pier Paolo Pasolini, la cornice è stata restaurata, le targhe hanno resistito al fuoco e le stampe-collage sono state rifatte uguali. Cambia solo la carta da parati. «Identica non l´abbiamo trovata», conclude Innocenti, sempre floreale, in una sala verde e nell´altra arancio. L´orario sarà lo stesso, dalle 8 del mattino fino alle 2 di notte. Sulle cause dell´incendio le indagini della polizia continuano ma non ci hanno ancora fatto sapere nulla».
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