Se osserviamo attentamente i particolari dei manifesti e delle fotobuste che, nel 1971, accompagnarono luscita nei cinema italiani de Il Decameron di Pier Paolo Pasolini, scopriamo un disegno che non si riferisce a nessuna immagine del film e una fotografia che non rimanda ad alcun fotogramma.
Sono immagini di un episodio che non esiste più: Alibech.
Ispirato alla decima novella della terza giornata del capolavoro di Boccaccio, lepisodio avrebbe dovuto essere il sesto del film, il primo del secondo tempo. Pasolini scrisse che nessuno sarebbe mai in grado di riassumere queste pagine, la cui grazia è sublime.
In seguito, annotò ancora: Prima di missare il film, lho naturalmente visto per intero (in condizioni audiovisive penose, sintende), e ho già operato una piccola rivoluzione: ho trasformato il primo tempo in secondo tempo, e il secondo in primo. Un racconto (Alibech) che era il penultimo del primo tempo, è stato trasportato e ne è divenuto il primo: sicché ora è il primo racconto del secondo tempo. (...) Ma soltanto domani giudicherò se tale nuova sistemazione potrà essere definitiva.
Poco prima che venisse stampata ledizione definitiva del Decameron, Alibech venne tagliato e scomparve dal corpo del film, che fu presentato al Festival di Berlino il 29 giugno 1971.
Il racconto era una sorta di variazione irriverente delle leggende di tentazioni delle Vite dei Santi Padri: Alibech, una fanciulla di quattordici anni, abbandona la ricca dimora paterna a Capsa (in realtà, Sanaa) perché attratta dalla fede cristiana e dal desiderio di servire Dio. Arriva nel deserto di Tebaida, dove pregano e si macerano alcuni eremiti, e viene accolta nella cella di un giovane santo uomo, Rustico. Luomo la fa entrare per mettere alla prova la propria resistenza alle tentazioni, ma, col sopraggiungere della notte, cede alla resurrezione della carne. Racconta ad Alibech che bisognava rendere un servizio a Dio, ossia mettere il diavolo in inferno, nel quale Dio lo aveva dannato. Il diavolo è nel corpo di Rustico e linferno in quello di Alibech. Così la ragazza scopre il piacere di servire il Signore per ripetute e ripetute volte.
Pochi giorni dopo, Alibech viene ritrovata da un giovane, Neerbale, che la sposa ereditando con lei le immense ricchezze del padre, morto in un incidente. Alla vigilia della prima notte di nozze, la ragazza è triste perché non può più servire Dio, ma le donne della corte, ridendo, la rassicurano che ora potrà mettere il diavolo nellinferno ancora più spesso di prima.
Pasolini introdusse alcune invenzioni sottili ma significative rispetto alla novella, assegnando unaura magica al paesaggio del deserto (in realtà, il Vesuvio) e accentuando la trasgressione della ragazza rispetto alla sua cultura dorigine. LAlibech di Pasolini sarebbe stata una storia dominata dalla violenza liberatoria dellerotismo e della carne come forze irresistibili e oscure, non senza un dissacrante umorismo.
Alcuni documenti e testimonianze indicano che la qualità dellepisodio lasciò soddisfatto lautore (che invece aveva scartato lundicesimo episodio, Girolamo e Salvestra, perché non lo giudicava riuscito).
Le ragioni della soppressione di Alibech sono forse da ricercare nelleccessiva lunghezza complessiva del film, che avrebbe indotto la produzione a chiedergli di tagliare il sublime, funereo episodio Lisabetta. Pasolini avrebbe rifiutato, scegliendo invece di sacrificare Alibech.
Ma forse influì nella decisione dellautore anche leterogenea ambientazione dellepisodio, che lo avrebbe reso un corpo isolato allinterno dellopera. Infatti Alibech è lunica storia che si svolge fuori dallItalia, in una città di sogno, Sanaa, la capitale dello Yemen del nord, trasformata dalla finzione del racconto, nella Capsa in Barberia, ovvero nellodierna Gafsa in Tunisia.
La lavorazione di Alibech ebbe luogo alla fine delle riprese del Decameron, nellottobre del 1970. Il giorno dopo averlo terminato, il 18 ottobre 1970, Pasolini decise di filmare le forme della città di Sanaa e da quelle immagini nacque il cortometraggio Le mura di Sanaa, terminato nel 1974. A Sanaa, Pasolini sarebbe ritornato nel 1973 per girarvi numerose sequenze de Il Fiore delle Mille e una notte. Alibech sarebbe stato, quindi, il preludio figurativo di quel film favoloso e onirico.
Il Centro Studi - Archivio Pier Paolo Pasolini della Cineteca di Bologna ha realizzato un dossier dedicato allepisodio, "Il corpo perduto di Alibech", identificando numerose fotografie inedite dellepisodio, e montandole secondo un ordine che può suggerire, almeno in parte, quale dovesse essere lordito figurativo ed estetico di Alibech.
Fondamentale è stato lapporto della documentazione fotografica fornita da Mario Tursi e del copione originale del Decameron, donato da Beatrice Banfi al Centro Studi Pasolini, che ha consentito di scoprire le modifiche apportate da Pasolini alla sceneggiatura, durante le riprese dellepisodio.
A questa documentazione, si aggiungono unintervista audio inedita a Laura Betti, musa e icona pasoliniana, e le interviste filmate e originali ad alcuni collaboratori e amici di Pasolini: Beatrice Banfi, segretaria di edizione dei suoi film, da Porcile a Salò; Sergio Citti, consulente insostituibile e aiuto-regista del Decameron; Ninetto Davoli, attore-simbolo del cinema pasoliniano; Mario Di Biase, direttore di produzione del Decameron e del Fiore delle Mille e una notte; Nico Naldini, cugino, biografo e, a suo tempo, addetto-stampa degli ultimi film pasoliniani; Enzo Ocone, responsabile delledizione dal Decameron a Salò; Mario Tursi, grande fotografo di scena di Medea e Decameron; Giuseppe Zigaina, famoso pittore e profondo amico del poeta-regista, nonché interprete del Decameron.
"Il corpo perduto di Alibech" comprende anche una rara intervista filmata a Pasolini nellottobre 1970, al termine delle riprese di Alibech, e alcune preziose riprese effettuate a Sanaa sul set dellepisodio da Mario Livadiotti.