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Notizie SULL'APPUNTO TRAFUGATO DA PETROLIO DI PASOLINI
«Si farebbe un grande omaggio a Pasolini ritrovando l’Appunto 21. Mia cugina Graziella Chiarcossi, (erede universale di Pasolini e co-curatrice di Petrolio, ndr) telefonò a mia madre, dopo un po’ di giorni dalla morte di Pier Paolo, per dirle del furto subito. Non era tanto preoccupata per i gioielli mancanti, cosa di poco conto». Ma lei nega quell’episodio. L’ho cercata, ma non si fa viva. Non c’è dialogo, non c’è mai stato tra di noi. Aveva la gestione della casa e della madre di Pasolini. Lui era immerso nell’arte». Mazzon, che vive nell’Oltrepo Pavese, nasce a Milano nel 1946, in viale Montenero, e cresce in via Cagliero. Per un po’ di tempo vive in via Canonica. Frequenta le medie e il liceo Parini, dove incontra Quasimodo. Per molti anni divide la sua attività di musicista con quella di insegnante «al Manzoni, poi al Vittorio Veneto». Nel libro La tromba a cilindri - La musica, io e Pasolini, edito da Ibis nel 2008, scritto in collaborazione con Guido Bosticco, racconta anche di quella volta in cui Pasolini arriva a Casarsa, nell’estate del 1957. Mazzon sta scrivendo un nuovo libro, Clangor tubae, espressione latina per Squillo di tromba, una riflessione sull’improvvisazione musicale. Ma per amore della verità, quella che piaceva a Pasolini, continua a parlare di lui E lo farà il 19 marzo alla biblioteca civica d’Arezzo, tra note jazz e reading corsari.
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