La saggistica

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Saggistica

Pasolini e la tv antidemocratica
"l'Unità", 11 novembre 2008

Fotogramma dalla trasmissione televisiva 'IIIB Facciamo l'appello'«Le parole che vengono dalla televisione cadono sempre dall'alto, anche le più vere. E parlare dal video è sempre parlare ex catedra, anche quando c'è un mascheramento di democraticità». Così, Pier Paolo Pasolini risponde a Enzo Biagi che cerca di «stanarlo» su temi scottanti in una intervista del '71, mandata in onda dalla Rai solo nel '75 (il giorno dopo la morte). 

L'intervista è stata proiettata l’altra sera a Bologna (dove il 5 marzo del 1922 Pasolini nacque), nell'ambito di una giornata celebrativa organizzata dal Comune in collaborazione con la Cineteca. Il filmato, intitolato Terza B. Facciamo l'appello, è un incontro tra alcuni dei vecchi compagni del Liceo Galvani: due diventati giornalisti, uno dirigente di partito, altri professionisti e lui, il vero protagonista sul quale rapidamente si concentra l'attenzione dell'intervistatore. 

«Trovare gli amici qui in tv non è bello, perché si tratta di una posizione falsa - insiste Pasolini - La televisione è un medium di massa e non può che mercificarci e alienarci». Agli affondi di Biagi ribatte con garbata ironia: «Non posso dire tutto qui, mi autocensuro. Il problema è la tv in sé, perché quando qualcosa viene dal video stabilisce un rapporto da superiore a inferiore, un rapporto che non è alla pari, è antidemocratico». 

Il disagio del regista - nota Enzo Siciliano nel dibattito che segue alla proiezione - viene espresso anche fisicamente. «Mi ha fatto impressione vedere come Pasolini sta seduto nello studio». Anche il modo di vestire, insolito rispetto al suo stile elegante (camicia sbottonata in cotone operato e una strana sahariana un po' in contrasto con la giacca e cravatta dei compagni di scuola) secondo Siciliano è una provocazione ironica: «Si era vestito a quel modo per rifiutare lo studio».

Pasolini comunque risponde a molte delle domande: sui giovani, sull' erotismo, sul successo, sulla società dei consumi, sugli intellettuali, sul Vangelo, sulla politica. Ed esprime, spesso sorridendo, con leggerezza, alcune sue verità di uomo «generoso, tormentato e semplice», come lo ha definito Biagi. «Man mano che si invecchia si diventa più allegri, perché cala il futuro, cala la speranza e quindi anche la retorica». E ancora: «Non ho più speranze, che sono solo alibi». Infine: «Non cerco consolazioni, perché sono sempre insincere». 

E Siciliano torna sulla tv: «Alla parola “consolazione” - sottolinea - Pasolini ha risposto “no”. Contro certi lenimenti retorici che la televisione sobilla». 

 

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