La saggistica

"Pagine corsare"
Saggistica

Paesaggio simbolico e paesaggio poetico
nel Friuli di Pier Paolo Pasolini
di Guido Santato

Le Poesie a Casarsa costituiscono l’esordio poetico del ventenne Pasolini. La prima stesura di questo piccolo canzoniere dedicato a Casarsa risale all’estate del 1941. [1]  I testi che compongono la raccolta vengono scritti tra gli ultimi mesi del 1941 e i primi del 1942. [2]  La plaquette viene pubblicata a Bologna il 14 luglio 1942. [3] 

All’epoca Pasolini abitava a Bologna e trascorreva a Casarsa le vacanze estive presso la famiglia della madre. Il dialetto friulano gli era quindi tutt’altro che familiare. [4] Secondo una rievocazione successivamente operata da Pasolini, l’‘illuminazione’ poetica ebbe un’origine essenzialmente uditiva: fu suono. Tra i campi risuona una parola pronunciata da un giovane contadino, rosada (rugiada): una parola che fino allora, non essendo mai stata scritta – così come tutta la parlata friulana della destra del Tagliamento – era esistita solo come puro   suono. [5] L’atto puramente orale di un parlante viene còlto nella sua potenzialità linguistica, che si attua, come prima cosa, con la trascrizione grafica: 
«scrissi subito dei versi, in quella parlata friulana della destra del Tagliamento, che fino a quel momento era stata solo un insieme di suoni: cominciai per prima cosa col rendere grafica la parola rosada». [6]
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Paesaggio simbolico e paesaggio poetico nel Friuli di Pier Paolo Pasolini, di Guido Santato

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