La saggistica

"Pagine corsare"
Saggistica

Maria Laura Gargiulo
"L'Antiburattinaio"
Pasolini e le ragioni del dissenso
di Giuseppe Lorin

La forza “libidica” letteraria della Cultura di Pier Paolo Pasolini emerge dal saggio critico “L’Antiburattinaio". Pasolini e le ragioni del dissenso” di Maria Laura Gargiulo, ed. Edilazio Letteraria. L’energica verità della denuncia di una società in sfacelo che marcia verso la decadenza è la voce pasoliniana che a tutt’oggi si insinua nelle coscienze politiche, e non solo, di chi lo ha voluto sopprimere con l’intento di cancellare un moralizzatore dell’onesta verità che, secondo la logica dell’ignoranza, non sarebbe stato preposto a simil ruolo per i suoi atteggiamenti anti conformisti. L’attualità delle sue idee oggi si manifestano negli eventi che quotidianamente smascherano le varie fazioni politiche, mettendo a nudo il fatidico Re 
dell’Ubu Roi di Alfred Jarry.

Come Virgilio accompagnò Dante per aprirlo alla conoscenza autentica e concreta, così Sergio Citti lo iniziò alla comprensione della vita violenta delle borgate, dei gusti di quei giovani, del loro modo di essere e di comunicare: è un autentico percorso esistenziale che Maria Laura Gargiulo, ripercorrendo l’intera opera di Pier Paolo Pasolini, evidenziandone la tensione poetica, riesce a ritrarre con la sua sensibilità critica mettendo “a rilievo” l’originalità della lotta culturale che affiora dalle infinite interviste, lettere private e dichiarazioni di Pier Paolo Pasolini raccolte dalla Gargiulo, “testimonianze” che vanno dagli anni ’50 per terminare nell’anno del complotto, anche se questa tragedia non viene volutamente neanche accennata in questo “saggio”, il 1975, che lo ha tacciato per sempre come entità fisica, ma non come entità spiritualmente poetica. Nel saggio affiorano aspetti meno conosciuti che riguardano i momenti di colloqui con i suoi amici di sempre, Alberto Moravia, Elsa Morante, Dacia Maraini.

Pier Paolo Pasolini credeva vivamente nell’importante funzione della poesia come faro della società. Di quel faro abbiamo ancora irrinunciabile bisogno. La veridicità storica riportata in questo libro di Maria Laura Gargiulo ci propone, fin dalla premessa, un ritratto che Dacia Maraini fa del Poeta: “Pasolini era una personalità contraddittoria, ma viveva fino in fondo le sue contraddizioni che ha sempre pagato di persona. Era un meraviglioso amico, un uomo dolce ma che sapeva anche essere duro quando sentiva l’ingiustizia e la sopraffazione”. La Gargiulo sottolinea che la personalità del Poeta è quella di un uomo che scruta se stesso e il mondo con sguardo tenero e impetuoso, e che ha incarnato una funzione essenziale del Poeta, l’agire.

È un tema questo già affrontato da Pier Paolo in “La rabbia”, 1963: “L’uomo tende ad addormentarsi nella propria normalità, si dimentica di riflettersi, perde l’abitudine di giudicarsi, non sa più chiedersi chi è. È allora che va creato, artificialmente, lo stato di emergenza: a crearlo ci pensano i poeti”. A Palazzo Valentini, sede della Provincia del Lazio, mercoledì 18 febbraio 2009, alle ore 18, la casa editrice EdiLet, presenterà al pubblico “L’Antiburattinaio, Pasolini e le ragioni del dissenso” opera letteraria, ingiustamente nominata saggio, di Maria Laura Gargiulo, sensibile cultrice della letteratura italiana. L’archetipo del “padre” nella formazione di Pier Paolo Pasolini vedrà un tentativo di rimozione dovuto a: “Quelle scenate hanno fatto nascere in me il desiderio di morire… È stato l’incubo della mia vita. Tutte le sere aspettavo con terrore l’ora della cena sapendo che sarebbero venute le scenate”.

Ma l’archetipo non si distrugge, rimane dentro di noi, è il sedimento dell’esistenza primigenia “… eravamo grandi nemici, ma la nostra inimicizia faceva parte del destino, era fuori di noi”. Come può un figlio liberarsi dalle colpe dei padri? È questo l’interrogativo che per tanti anni ha tormentato l’animo del poeta “Tieste è colpevole, ma anche i suoi figli lo sono. Ed è giusto che siano puniti anche per quella metà di colpa altrui di cui non sono stati capaci di liberarsi”. Alla “diversità” non è permesso scegliere; il fato, fantasma onnipresente del percorso umano ed artistico di Pier Paolo Pasolini, si accanisce impietoso sugli “esclusi”.

Il diverso non solo è il negro, il povero, l’omosessuale, ma persino l’intellettuale: “La realtà è questa: che anche l’intellettuale è un reietto, nel senso che il sistema lo relega al di fuori di se stesso, lo cataloga, lo discrimina, gli affibbia un cartello segnaletico: onde, o renderlo dannato, o integrarlo”.  Possiamo concludere questa presentazione del libro di Maria Laura Gargiulo riportando una dichiarazione di Enzo Siciliano: “La nostra Repubblica non ha salvato l’Italia dalla mistificazione… ma ce l’ha buttata!”.

 

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Maria Laura Gargiulo, "L'Antiburattinaio". Pasolini e le ragioni del dissenso, di Giuseppe Lorin

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