Pasolini nei blog

"Pagine corsare"
Pasolini nei blog

Pasolini a Ostia
A 15 anni dalla morte tra due ali... di mondezza
Per ricordare cosa rappresentò Pasolini per la periferia delle periferia di Nuova Ostia,
un brano da “Memorie del Memoriale” (Rosati-Jorio)
di Iorio, 27 ottobre 2009

Un po’ in sordina scivolano via gli anni d’intervallo per l’atteso multiplo di cinque e il risveglio della memoria. Si avvicinava il XV anno dalla morte. Nell’agosto del 1989 lo stato di degrado raggiunge il massimo dell’ignominia. Malgrado la recinzione. Il filo spinato messo a difesa del campo impediva l’accesso a quanti avevano amato e amavano Pasolini, ma non agli scaricatori abusivi di rifiuti.

La recinzione non piacque affatto a Franco Citti che, parlandone con Rosati, manifestò la volontà di operare personalmente un taglio della rete con le cesoie. E non fu impresa facile per Rosati distoglierlo dall’impresa ‘illegale’, anche se giusta. Per fortuna, un provvidenziale intervento di ‘ignoti’ aprì una piccola porzione di rete. Un cancelletto, che consentiva l’accesso ai visitatori che da ogni parte d’Europa e del mondo venivano lì a rendere testimonianza della presenza viva di Pier Paolo, veniva chiuso con una ‘farfalla di fil di ferro’ da pontarolo.

Malgrado la rete, la stele di Rosati era, tra una bonifica e l’altra, letteralmente sommersa dai rifiuti, e un giornalista francese, accompagnato da Mario, ne fece uno scoop (con tanto di servizio fotografico) su un giornale di Parigi. Ma neppure questo scandalo servì a sbloccare la situazione. 

Successe anche che Françoise Mitterrand, in visita ufficiale a Roma, chiedesse di visitare il luogo della morte del Poeta, e che le autorità italiane rispondessero imbarazzate: «IL N’EST PAS POSSIBILE!». Il diniego fu imputato a fantomatici «lavori demaniali», ma in realtà, avuta notizia dagli uffici circoscrizionali del completo stato d’abbandono, il Viminale si vide costretto a celare in quale scarsa considerazione fosse tenuto l’intellettuale e poeta Pasolini che la Francia aveva da poco onorato in tutto il Paese con tre mesi di iniziative e convegni.

Un intervento alla meno peggio e poi via sino al quindicennale, che si svolge tra l’indignazione della Gran Vestale della Memoria di Pasolini, l’attrice Laura Betti e di tutti gli intellettuali e i politici presenti. Per quella celebrazione i volontari del Comitato decisero di rimuovere i rifiuti e di lasciarli ai margini della stele quasi a creare un cordone di vergogna per le istituzioni. La notte era anche piovuto e lo spazio si era trasformato in un maleodorante acquitrinio. Fermo il proposito espresso dai politici di turno di porre fine a quell’insulto. Ma il proposito, per dirla con Shakespeare, è lo schiavo della memoria; di violenta nascita ma di scarsa vitalità. E il giorno dopo, di quel proposito, non rimase alcuna traccia.

 

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Pasolini a Ostia. A 15 anni dalla morte tra due ali... di mondezza, di Iorio, 27 ottobre 2009

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