I ricordi

"Pagine corsare"
Ricordi

Quando incontrai Pasolini...
di Dale Zaccaria

Quando incontrai Pier Paolo, ero poco più che adolescente.
Scritti Corsari, in una delle sue prime edizioni per Garzanti, fu un regalo di un vecchio amico maestro e pittore, e fu l’inizio del mio attraversare Pasolini.

Con due occhi l’ho sempre guardato. I corsi all’università, gli amici scrittori che l’hanno conosciuto come Dacia Maraini, Laura Betti al Teatro Vascello, “sua moglie” così la chiamava, e tra gli spalti, quasi al buio, Ninetto Davoli e i Fratelli Citti, e non da ultimo Attilio Bertolucci, ricordo ancora il passo, il viso luminoso, l’aria tutta di un poeta.

E poi la borgata, i ragazzi di vita, un pomeriggio passato con Mario Cipriani, lui il ladrone della “Ricotta”, il personaggio di Accattone. Mario era proprio così, uno di borgata, un giovanotto con i capelli bianchi, ma il viso furbo e svelto. E mi raccontava di Pier Paolo, e più lo ascoltavo e più capivo, capivo l’amore che Pasolini aveva per questa gente, quella che non sa neanche scrivere e leggere, “ma poi si ritrova ad un altissimo grado di cultura, perché la cultura media è sempre corruttrice” (intervista ad Enzo Biagi). E Mario quel pomeriggio mi regalò un cd di Sandro Lombardi che Legge Pasolini. Lo conservo come vivo ricordo di quel nostro incontro.

E l’ho vissuta la Borgata Romana, quella tra Rebibbia e Pietralata, con i vecchi compagni del Pc che mi raccontavano storie, anedotti, come Armando che era stato a casa di Pasolini e laveva incontrato, c’era anche Susanna Colussi “la bambina”, «aveva una sguardo profondo, come se sapesse tutto» mi diceva Armando. Erano andati lì, il circolo Pc di Pietralata per chiedere a Pier Paolo di girare un cortometraggio su Tiburtino Terzo, la Roma di Anna Magnani, la Mamma Roma.

E vivevo la gente della Borgata, seguivo corsi monografici su Pasolini, e un pomeriggio, seduta tra quei palazzoni, respirando, e seguendo il suo sguardo scrissi:

Mite borgata romana
all’innocenza,
il tuo sguardo di creatura piena,
storia di tono e di luce
timore antico
visione uguale a se stessa.
Lo andai a salutare una notte, all’Idroscalo di Ostia, scavalcai la rete e tra le erbacce una statua bianca in suo ricordo. Lasciai un biglietto bianco ed inchiostro lì. Da allora non mi sono mai separata da lui.
Dale Zaccaria
 
.






 

Quando incontrai Pasolini..., di Dale Zaccaria

Vai alla pagina principale