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"Pagine corsare"
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Zurigo rende omaggio al poeta delle Ceneri
"Pier Paolo Pasolini - Who is me"
18 marzo-1° giugno 2009
Swissinfo, Paola Beltrame, Zurigo

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«Nella Svizzera tedesca Pasolini scrittore non è conosciuto
per niente, forse si conosce il provocatore degli
Scritti Corsari ma non il romanziere e il poeta.»
Ricarda Gerosa
curatrice della mostra

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Il Museo Strauhof di Zurigo dedica a Pier Paolo Pasolini una mostra a tutto campo che non ha precedenti in Svizzera. "Pier Paolo Pasolini - Who is me" mette in luce l'enorme talento di uno degli artisti e intellettuali più straordinari e controcorrente del 20esimo secolo.

Pier Paolo Pasolini (1922-1975) è noto internazionalmente soprattutto per i suoi film polarizzanti e provocatori ma sono in pochi a conoscere la vastità e la multimedialità della sua opera.

"Nella Svizzera tedesca Pasolini scrittore non è conosciuto per niente, forse si conosce il provocatore degli Scritti Corsari ma non il romanziere e il poeta" spiega a swissinfo Ricarda Gerosa che insieme a Peter Erismann ha curato l'esposizione. "Noi invece volevamo far vedere l'intero Pasolini per far conoscere tutte le forme espressive che ha usato. Abbiamo voluto mostrare sia i film che i romanzi, ma anche la lirica e la pittura."

Ricchezza e varietà di una figura complessa
Dotato di un talento pluridisciplinare eccezionale, Pasolini si è servito di molti linguaggi espressivi per riflettere in modo sincero e lucido su temi arcaici come la vita, il destino degli uomini, la sessualità, la religione e la morte.

Poeta, romanziere, sceneggiatore per il teatro e il cinema, autore di saggi politico-culturali e di critica letteraria nonché di articoli fustigatori della società italiana, Pasolini ha praticato, oltre al linguaggio cinematografico anche la pittura e il disegno.

Ambizioso o quanto meno difficile quindi presentare una mostra capace di render conto della ricchezza artistica, intellettuale e umana di una figura complessa, contraddittoria, scomoda e combattiva come quella di Pasolini. Ma, bisogna ammetterlo, il risultato supera ogni aspettativa grazie a un'intelligente ed efficace strategia adottata dai curatori.

Un poema bio-bibliografico
come filo conduttore
"L'opera di Pasolini è estremamente vasta e non è stato facile fare una scelta" ci spiega Peter Erismann. "Ciò che ci ha aiutati è stato un poema autobiografico molto lungo - il cui titolo originale era "Who is me", poi rinominato come "Poeta delle Ceneri" - che Pasolini scrisse nel 1966 a New York in occasione di un soggiorno negli Stati Uniti." 

In questo componimento, costruito come una sorta di intervista con un giornalista americano, Pasolini ripercorre alcune tappe della propria vita ma anche della propria produzione artistica, cominciando dalla sua giovinezza in Friuli fino al presente.

"Quest'opera ci ha aiutati moltissimo - prosegue Erismann - è stata come una sorta di filo conduttore, un filo rosso lungo il quale abbiamo sviluppato il progetto espositivo. E sulla base di questo poema abbiamo individuato 24 lemmi chiave che ci hanno permesso di descrivere la sua opera e la sua vita."

Un piccolo dizionario orientativo
In un certo senso potremmo dire che è Pasolini stesso a suggerire i temi del suo cosmo bio-bibliografico. Gli organizzatori li hanno poi frammentati in una sorta di piccolo dizionario che, attraverso rimandi e collegamenti tra le diverse voci, aiuta i visitatori a seguire la complessa vicenda esistenziale, artistica e intellettuale di questo autore.

Amicizie, Borghesia, Cinema, Comunismo, Diversità sessuale, Friulano, Impegno, Madre, Morte, Pittura e Disegno, Poesia, Processi, Sacralità, Teatro, Romanzi Romani sono solo alcuni dei 24 lemmi in cui si snoda il percorso espositivo.

A ognuno di essi corrisponde una postazione nella quale, attraverso documenti, lettere, dattiloscritti, copioni, ma anche articoli di giornale e materiale fotografico, ogni tema viene illustrato nel dettaglio mettendo in luce in una prospettiva tutta pasoliniana il legame indissolubile tra gli aspetti biografici e artistici che hanno caratterizzato la sua esistenza.

"Nelle vetrine si mischia di nuovo tutto" precisa Ricarda Gerosa. "Ad esempio in quella che presenta la parola madre non si trovano solo foto o materiale biografico ma anche come la figura della madre è entrata nella sua opera. In questo modo abbiamo voluto far vedere che tutti i temi di Pasolini possono migrare da un genere all'altro."

Un pensatore per immagini
L'opera cinematografica di Pasolini invece è sintetizzata magistralmente in un'installazione di Detlef Weitz e Dominique Müller nella quale una selezione di motivi e forme visuali dei film più importanti - tra cui La ricotta, Uccellacci e uccellini, Teorema, Salò - vengono proiettate in contemporanea su 12 schermi, mettendo in risalto in modo sorprendente l'estetica innovativa del linguaggio filmico di questo discusso regista.

"Fin dall'inizio ci era chiaro che volevamo mostrare anche il suo linguaggio filmico perché Pasolini ha sempre pensato per immagini" sottolina Erismann. "Era affascinato dalla pittura e lo si vede anche in diversi film dove fa delle allusioni alla pittura italiana del '400."

Non è quindi un caso che gli organizzatori abbiano scelto di accogliere il visitatore proprio con la proiezione di Comizi d'amore (1963-64), il documentario in cui Pasolini percorre la penisola chiedendo agli italiani la loro opinione sulla sessualità, l'erotismo e l'amore.

Questo film-inchiesta, ritenuto l'autoritratto più spassionato di Pasolini, sintetizza e anticipa in modo perfetto il concetto espositivo. In queste immagini infatti arte e vita sono fuse insieme, l'autore è dentro la sua opera, lo vediamo sullo schermo, ne sentiamo la voce e ne percepiamo i modi miti - eppure anche duri nella loro insistenza - nell'affrontare uno dei temi che ha avuto un ruolo chiave nella sua esistenza di artista e di uomo.

"Pier Paolo Pasolini - Who is me" ("Poeta delle Ceneri") rimarrà aperta al Museo Strauhof di Zurigo fino al 1° di giugno. La mostra è stata organizzata in collaborazione con il Centro Dürrenmatt di Neuchâtel, dove verrà presentata dopo Zurigo. Oltre a spezzoni dei film più noti l'esposizione presenta manoscritti di poesie e romanzi, lettere, articoli di giornale, fotografie, disegni e dipinti provenienti dagli archivi Pasolini di Bologna, Firenze e Casarsa della Delizia.

In occasione della mostra il filmpodium di Zurigo ha proiettato il 27 aprile il film-inchiesta di Pasolini Comizi d'amore (1964); il 19 maggio sarà presentato il documentario di Laura Betti Pier Paolo Pasolini e la ragione di un ogno (2001).


Pier Paolo Pasolini - Wer ich bin

Pier Paolo Pasolini (geboren am 5. März 1922 in Bologna, gestorben am 1./2. November 1975 in Ostia bei Rom) ist eine der herausragenden und schillerndsten Persönlichkeiten des intellektuellen Europas in der zweiten Hälfte des 20. Jahrhunderts.

Als Lyriker in der Sprache seiner friaulischen Heimat, als Autor von Romanen und kulturkritisch-politischen Essays und Kolumnen, als Regisseur polarisierender Filme, aber auch als Zeichner und Maler richtete sich sein Blick in erster Linie auf zeitlose, archaische Themen: das Schicksal des Menschen, das bäuerliche Leben, die Religion, die Sexualität, der Tod.
Dabei bewegte er sich stets ausserhalb gängiger Normen, fand Bilder von aussergewöhnlicher Klarheit und Schärfe und wurde dabei zum grössten Provokateur der italienischen Gesellschaft.
Sein gewaltsamer, noch immer nicht restlos geklärter Tod, den er in seinem Werk zum Teil vorweggenommen hat, war ein Schock, den die italienische Öffentlichkeit bis heute nicht verwunden hat.

Pasolini hat die Grenzen zwischen Leben und Werk mehr als die meisten seiner Zeitgenossen verwischt. Darum dient der Ausstellung ein autobiografischer Text als Leitfaden.
Das bio-bibliografische Gedicht "Poeta delle ceneri" (das den Arbeitstitel "Who is me" trägt und auf seinen bekanntesten Gedichtband "Ceneri di Gramsci" anspielt) entstand 1966 während eines Aufenthaltes in New York.
Pasolini erzählt darin sein Leben ausgehend von seiner Kindheit und Jugend im Friaul bis hin zur Gegenwart, wobei auch Werke und ihre Rezeption explizit erwähnt und stilistisch-mediale Entscheidungen thematisiert werden. Pasolini liefert darin selber die 24 Stichworte und Zitate, die durch Manuskripte, Briefe, Erstausgaben, Zeitungsartikel, Fotografien, Zeichnungen und Bilder in der Ausstellung visualisiert werden.

Eine eindrückliche und raumgreifende Filminstallation von Detlef Weitz und Dominique Müller untersucht auf zwölf Leinwänden Pasolinis filmisches Schaffen und stellt es in den Kontext seines gesamten Werkes.

Im Zentrum steht einerseits die Multi- und Transmedialität des pasolinischen Ausdrucks. Fokussiert wird insbesondere auf die verschiedenen Medien und Genres, deren sich Pasolini bediente (Wort-Kunst: Lyrik, Erzählung, Roman, Essay, Kolumne; Übergangsformen: Drehbuch, Theater; Bild-Kunst: Zeichnung/Malerei, Comic, Film).
Andererseits geht es aber auch darum, die inhaltliche Spannweite zu vermitteln. Pasolini ist in den verschiedenen Rollen zu sehen, die er im Verlauf seines Lebens eingenommen hat: der beschaulich-melancholische Narziss der frühen Lyrik, der unorthodoxe und militante Marxist der 50er und 60er Jahre, der bitterböse Gesellschaftskritiker der späten Kolumnen.

Die Ausstellung zeigt Pasolini als äusserst unbequemen, streitbaren, aber auch verletzlichen Künstler, der provozierte und polarisierte, indem er stets die Gegenposition zu jeder denkbaren Position bezog. Das prekäre Spannungsfeld zwischen Modernität und Konservativismus spiegelt sich nicht zuletzt in der bis über den Tod hinaus nicht abreissenden kontroversen Rezeption von Pasolinis Person und Werk, der die Ausstellung ebenfalls nachspürt.

Die Ausstellung von Peter Erismann und Ricarda Gerosa, in der Szenografie und Gestaltung von chezweitz&roseapple, Berlin, entstand in Koproduktion mit dem Centre Dürrenmatt Neuchâtel und dank der Zusammenarbeit mit den Pasolini-Archiven in Italien, welche die Leihgaben zur Verfügung gestellt haben: Graziella Chiarcossi, Nichte und Erbin von Pasolini, das Gabinetto Vieusseux in Florenz, das Archivio Pier Paolo Pasolini an der Cineteca di Bologna sowie das Centro Studi Pier Paolo Pasolini in Casarsa della Delizia im Friaul. 

 

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Zurigo rende omaggio al poeta delle Ceneri
"Pier Paolo Pasolini - Who is me", 18 marzo-1° giugno 2009

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