|
Pasolini nei blog
"
due testi notevoli. Pier Paolo Pasolini, anno '43, di Francesco Serrao ("Avanti", s.d., probabilmente 1982, anno di uscita dei racconti) Dal blog di Giorgio Di Costanzo
Se le due vicende, poi, avrebbero coinciso, meglio ancora, si sarebbe realizzato il suo sogno che altro non era se non la vita che diventa letteratura perché ossessionata dalla vita stessa, e quindi cambia aspetto, e la letteratura che diventa, a sua volta, una specie di vita... fatto... Questi due racconti: «Amado mio», ed «Atti impuri» hanno, come al solito, sollevato le solite noiose e prevedibilissime polemiche dell'uomo d'oggi di cultura, un certo signor X, a metà strada tra politica-cultura in generale, e sociologia sopra tutto, su ciò che Pasolini non ha voluto dire, e su ciò che l'autore avrebbe voluto durevolmente dire con la sua penna... la polemica sul «rimpianto del vissuto», o sul «non avvenuto possibile» pochi hanno parlato di ciò che Pasolini ha soltanto semplicemente provato, amato a raccontare, a noi in primo tempo e luogo, poi, a se stesso? Pasolini, nei due testi ora raccolti in volume, ha detto quello che avrebbe poi detto nel corso del suo tempo e delle due opere, ha cominciato cioé a credere ed a vivere una vicenda-vita- lirico-epico-mitica in cui se non si credeva che tutto il mondo, i sussulti del corpo, le idee della mente, i tictac del cuore erano lì, si poteva anche morire, e giù di lì. Sull'ultimo «Espresso» Arbasino ha cercato di ravvisare, per forza, un gioco di retrò... o di racconto deamicisiano (questa parola non la usa) alla Comisso, quasi come a dire che esistono due Pasolini (ed è un po' la mania «ossessiva» di tutti) un Pasolini prima maniera giovane, ingenuo, amante dei canneti e dei fossi, delle siepi e dei tramonti, delle feste da ballo sugli arenili bagnati solo da pioggia autunnali o brine novembrine, un Pasolini arcadico e silvestre, un Pasolini che ancora non ha conosciuto la calata agli Inferi dell'impero urbano di Roman ed è quindi in condizione di esercitare una poesia, ed una letteratura, a livello istintuale e primario... per i sostenitori di questa tesi seguirà. Poi c'è un Pasolini deluso ed urbano, amareggiato e vittima dei suoi stessi sogni, o fantasmi mancati. Secondo me, ciò non è vero in nessun modo anche se c'è un autore a cui mancano le epoche di svolgimento storico, o le fasi successive della creazione, costui è proprio Pasolini che è un tipo di intelligenza e di stile di scrittura quanto mai unitaria, e non susseguente, e questo non per mancata presa cosciente di fasi e svolgimenti di vite e periodi storici, ma proprio per una fortissima ossessione temporale. Il tempo altro non è per lui che un velo ininterrotto di attimi, differenti sì tra loro, come le farfalle sono diverse dalle aquile o dalle tigri, ma però uniti tra loro dall'occhio dell'autore che è un occhio, che già immagina il conosciuto come solo un «possibile da conoscere», e vede nel tempo futuro o nel giorno che precede la notte in cui il protagonista sta innescando la sua penna, solo la ricostruzione in fatti di ciò che la sua percezione sensoriale e conoscitiva del mondo gli ha fatta fare già sua, fine e scopo del suo sogno. I protagonisti dei due racconti, forse più di «Atti impuri» che di «Amado mio», altro non sono che la anticipazione bucolica ed agreste di un mondo che Pasolini ritroverà poi a Roma solo perché esiste già in lui sin dal momento in cui, supponiamo, prenderà un treno da Cormons nel Friuli e scenderà a Roma Termini, e troverà facce visi, delusioni, rossori, e gote di gente, uomini e donne che solo i palazzi ed i tram ridimensionano nel loro passo animale verso le case, e le cose, della loro vita di ogni giorno. In un pezzo di «Atti impuri», si parla di «una pioggia che sospira nel cortile fangoso, e di alcuna[e] civette che si lanciano richiami vaghi mentre volano... Avrebbe poi Pasolini ritrovato a Roma, nella città, le stesse civette e gli stessi odori di pioggia e di fango? e la verità della «Vicenda» pasoliniana si può tale definire solo fino al momento in cui lui scopre che le civette anziché stare sui merli di Porta Pinciana, e sulle torri dei castelli del Tevere verso Ostia, vanno a comprare il latte e fanno la spesa al Super Market come tante civettine graziose e consumiste timide e rispettose? Amado mio / Atti impuri, scritto tra il 1946 4 il 1948 è stato pubblicato nel 1982
|
. |
![]() |
Pier Paolo Pasolini, anno '43, di Francesco Serrao |