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I luoghi di Pasolini

"Pagine corsare"
I luoghi di Pasolini

Pasolini insegnante a Versuta e Valvasone.
La sua infanzia e giovinezza a Casarsa della Delizia

Versuta, Valvasone, Casarsa, San Giovanni di Casarsa: sono i luoghi centrali della mitologia poetica di Pasolini e quelli dove sono nati i suoi pi? celebri versi friulani. Percorreremo qui di seguito alcune tappi dell'itinerario pasoliniano in queste localit?.
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Versuta
L?’occupazione tedesca costringe Pasolini e la madre Susanna a fuggire da Casarsa per rifugiarsi a Versuta, in una stanzetta del casolare della famiglia Bazzana. Il trasferimento, con l?’aiuto di un carretto di legno avviene il 16 ottobre del 1944.

Cominci? cos? il nostro esodo da Casarsa a V., dove io fin dall?’ottobre del ?’43, avevo affittato una specie di granaio, che gi? aveva fornito rifugio ai miei libri. [?…] Infine, sfuggiti al memorabile rastrellamento dei primi di ottobre, e appunto in seguito a questo, decidemmo senz?’altro di partire da Casarsa; io trasportai tutto quello che mi fu possibile con una carriola da Casarsa a V., attraverso i campi stillanti e odorosi, sotto quel cielo?… Il sedici del mese io e mia madre facemmo il nostro ingresso a V., con tutto il nostro linguaggio familiare, la nostra fierezza ancora senza incrinature: una fierezza che aveva tradizioni di affetti, di estreme, incomunicabili confidenze, di generosit? del tutto laiche ma non per questo meno sacre per noi.

[Nell'immagine sopra, la casa e il granaio della famiglia Bazzana a Versuta]
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I ragazzi di Versuta, in quei giorni difficili, non possono recarsi a lezione nei vicini paesi di San Giovanni e di San Vito. Pier Paolo e Susanna decidono presto di aprire una scuola.
Pier Paolo user? come aula scolastica, con i pi? grandi, la stanzetta dove si svolge la quotidiana vita domestica, mentre Susanna con i pi? piccoli occupa una cantina al pianterreno.
Io abitavo nella casa dei B. (due giovani sposi con due figlioletti) presso cui avevo preso in affitto una camera fin dall?’autunno del 1943, subito dopo l?’armistizio, prevedendo non tanto la gravit? dei bombardamenti quanto quella della ritirata tedesca; ma non ci stabilimmo laggi? che nell?’ottobre dell?’anno successivo. Una ventina di giorni dopo cominciammo a far scuola ai ragazzi di Viluta, due dozzine in tutto. Io avevo dai nove ai dodici scolari (i pi? grandi), tra cui Gianni, sfollato coi suoi da Castiglione, nella nostra stessa casa, e tenevo le mie lezioni nella povera stanza che ci serviva da cucina e da camera da letto. Non credo di essermi mai comportato con tanta dedizione come con quei fanciulli, che del resto mi erano assai grati per questo; li introdussi ad una specie di gergo, di clan, fatto di rivelazioni poetiche e di suggerimenti morali ?– forse un po?’ troppo spregiudicati: finii col divertirmi sommamente perfino durante le lezioni di grammatica. Non parlo poi del reciproco entusiasmo alle letture di poesia; mi arrischiai a insegnare loro, e lo capirono benissimo, liriche di Ungaretti, di Montale, di Betocchi.
Non lontano dalla casa della famiglia Bazzana, in mezzo alla campagna, c?’? uno di quei casolari - casel - utilizzati dai contadini come ricovero per gli attrezzi che, nelle belle giornate, diviene un?’aula scolastica in cui Pier Paolo tiene lezione ai suoi allievi.
Quando venne la bella stagione (erano gli ultimi di marzo: ho davanti agli occhi i peschi e i mandorli degli S. che reggevano il loro scarlatto e il loro candore sul verde appena visibile) andammo a far scuola in quel casello tra i campi [?…]. Era molto piccolo e ci si stava appena; ma spesso uscivamo sul prato e ci sedevamo sotto i due enormi pini sfiorati dal vento. Ora di quella stagione mi sembra tutto perfetto: anche i bombardamenti.
[Nell'immagine sopra, il Casel dove Pasolini teneva le sue lezioni; qui sotto, il professor Pasolini con i suoi allievi; a seguire, bombardamenti a Casarsa]
L?’esperienza didattica di Versuta andr? avanti per tutto il 1947 e sar? considerata da Pasolini come la pi? appassionante perch? indirizzata ai figli dei contadini, pi? ingenui rispetto ai ragazzi borghesi.
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Versuta ? una localit? del comune di Casarsa della Delizia, in provincia di Pordenone, a 3 km a sud-est del capoluogo.

Il nome Versuta (o Versutta) deriva dalla presenza del rio Versa, piccolo corso d'acqua che attraversa il borgo.?

Monumento artistico di pregio a Versuta ? la chiesa di Sant'Antonio Abate [vedi immagine a sinistra e, sotto, due affreschi all'interno della chiesa], risalente al XIII secolo, che contiene al suo interno cicli di affreschi del XIV e della prima met? del XV secolo.?

All'inizio del 1945 viene fondata a Versuta l'Academiuta di lenga furlana, per la valorizzazione della lingua e della cultura friulana, di cui lo stesso Pasolini fu tra i fondatori.


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Valvasone
ovvero, la vocazione pedagogica di Pier Paolo Pasolini
?La produzione di un poeta, uno scrittore, un regista, un intellettuale come Pasolini, non pu? non avere un grande valore pedagogico. Egli ha insegnato in tutte le sue opere ed era sua precisa intenzione farlo poich? Pasolini ? stato insegnante non per caso ma per scelta.

Dal 1947 al 1949 Pasolini insegn? nella scuola media statale di Valvasone, sezione staccata delle medie di Pordenone. Il Preside De Zotti vide in lui un insegnante nato, lo chiamava ?“maestro mirabile?”, ?“uno che sa tenere una partecipazione della classe mai vista, di aprirla allo sperimentalismo, ispirandosi alle idee di John Dewey?”.

Pasolini, oltre ad insegnare letteratura e grammatica, era anche l?’allenatore della squadra di calcio. Andrea Zanzotto ricorda come coltivasse il giardinetto nel cortile della scuola, insegnasse i nomi latini delle piante, disegnasse cartelloni, inventasse favole, come quelle del mostro Userum, perch? i ragazzini potessero imparare le terminazioni dei sostantivi della seconda declinazione, us, er, um.

Cos? descrissero il loro professore due studenti alcuni anni dopo aver lasciato la scuola media di Valvasone:

Nel 1947, in prima media, arriv? un giovane professore di lettere, fece l?’appello e si present?, si chiamava Pier Paolo Pasolini. Crediamo non fosse ricco perch? ogni giorno, col buono e col cattivo tempo, si faceva, con la bici, 12 chilometri di strada bianca per venire da Casarsa a Valvasone. Quella modesta bicicletta fu la sua fedele compagna per tutti e due gli anni che pass? con noi.?

Nei due anni che passammo con lui fummo i pi? ricchi e fortunati allievi del nostro Friuli. Piano piano egli ci condusse per mano nell?’immensa steppa di Anton Cecov, piena di solitudine e tristezza. Ci fece fare la conoscenza con il mondo magico della Sicilia di Verga. Con lui attraversammo l?’oceano Atlantico per fermarci commossi e pensosi nel piccolo cimitero di Spoon River, scendemmo nel profondo sud per riscaldarci ai canti degli Spirituals negri. Ci fece amare Ungaretti, Saba, Montale, Sandro Penna, Cardarelli, Quasimondo e molti altri poeti che, allora, non erano n? premi nobel, n? comparivano nelle antologie per le scuole.

Di queste esperienze lascer? un Diario di un insegnante che comprende tra l?’altro due gruppi di poesie, uno dedicato ai ragazzi della scuola di Versuta, e l?’altro ai ragazzi della scuola di Valvasone, poesie che lui leggeva proprio a loro durante le lezioni. Dal Diario di un insegnante si pu? comprendere come Pasolini si preoccupasse degli aspetti pedagogici e didattici. Riflessioni, scoperte, preparazione delle lezioni, osservazioni sui ragazzi, poesie, racconti, miti per i suoi ragazzi, mai li chiamer? alunni o studenti. A loro, d?’altra parte, chiedeva componimenti non solo in prosa.

Dal Diario si pu? sintetizzare quanto segue:

  • i ragazzi odiano studiare perch? lo studio non ? avventura, ma noiosa convenzione
  • se un ragazzo ? intelligente ma non studia ? colpa dell?’insegnante
  • l?’insegnante deve essere animatore del processo educativo. Non deve essere oggetto d?’amore ma saper provocare amore per l?’oggetto di studio, saper suscitare la passione per lo studio che si autoalimenta
  • l?’insegnante deve essere creativo e inventare situazioni dove apprendere ? un gioco
  • l?’insegnante non si deve abbassare al livello del ragazzo, non serve al processo educativo. ? vero il contrario in quanto il ragazzo non vuole rimanere prigioniero del suo mondo ma ? alla ricerca di strade per uscirne. E l?’insegnante deve offrirgli l?’opportunit?
  • l?’insegnante deve per? umanizzarsi, farsi scoprire nei sentimenti, nelle debolezze, nella sessualit?, nella quotidianit?. Questo tenendo un profilo culturale alto
  • la scuola deve far cadere tutti i feticci, in primo luogo quello del ruolo dell?’insegnante che col suo potere terrorizza i ragazzi
  • proprio per la necessit? di abbattere tutti i feticci l?’insegnamento della religione non deve essere obbligatorio
  • nella scuola la poesia ? relegata a un ruolo minore in quanto non utile ai processi produttivi. Bisogna invece dare maggiore importanza alla poesia
  • la poesia ? importante perch? pu? innescare il processo creativo fine a se stesso, non utilitaristico, quindi puro
  • si deve cominciare dalla poesia contemporanea perch? pi? vicina per linguaggio e per sentire a coloro che la devono apprendere
  • il processo di apprendimento passa attraverso il sentire: percepire emozioni e trovare le parole per esprimerle. Leggere poesia deve voler dire: sentirne le emozioni, scoprire le proprie, associare alle emozioni le scoperte linguistiche per esprimerle
  • le antologie sono insulse e sempre vetuste, gli unici libri di testo utili sono i manuali, come la grammatica. Le antologie vanno abolite per essere sostituite da materiali vivi e locali
  • il dialetto non deve rimanere fuori dalla scuola, esso ? fonte primaria di ricchezza della lingua italiana
  • il fine ultimo della scuola ? creare cultura
Pasolini in seguito, nel commentare le ?“Lettere alla mamma?” di Lorenzo Milani, Mondandori 1973, definir? la scuola di Barbiana l?’unico atto rivoluzionario di questi anni.
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Pier Paolo Pasolini, Valvasone, 1941, olio su tavola
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Il centro storico di Valvasone ? organizzato intorno a due poli: il castello e il duomo. Il primo, del quale si sta conducendo a termine un lungo e complesso restauro, ha origini medievali ma si offre allo sguardo - una volta oltrepassata la torre di accesso a quella che era la prima cinta muraria - forme che risalgono in buona parte al sec. XVI. A questa facies esterna, piuttosto scabra e tale da porre in rilievo le strutture difensive, corrisponde un interno dalla ricca decorazione, fatta di affreschi, cantinelle dipinte e di stucchi, a cui non manca la pittoresca attrattiva di un teatrino del sec. XVIII. Pochi passi lungo le viuzze dalla pavimentazione in acciottolato sono sufficienti per sbucare nella raccolta piazza del duomo. Intitolata al Santissimo Corpo di Cristo, anche la chiesa presenta oggi un aspetto che non tradisce le sue reali origini: edificata nel sec. XV, essa venne infatti riplasmata secondo schemi neogotici fra Otto e Novecento. Ha invece conservato i caratteri originari, al suo interno, il prezioso organo costruito a Venezia nella bottega di V. Colombo (1532-1538), ornato dai dipinti del Pordenone e di Pomponio Amalteo, il quale nel 1549 subentr? al maestro che aveva anni prima avviato l'esecuzione delle grandi tele sulle portelle.?

Prospiciente la chiesa, casa Fortuni riserva la sorpresa di un trompe l'oeil in stucco, mentre poco oltre, sulla facciata di un altro edificio, una Madonna col Bambino in trono fra i Santi Sebastiano e Rocco riferibile alla mano di Pietro da San Vito (inizi sec. XVI) si offre ad esempio delle altre numerose opere ad affresco esistenti sugli intonaci di Valvasone: dalle decorazioni geometriche di facciata ai pi? complessi inserti figurati (fra i quali di estremo interesse risultano i ritratti e le scene popolari da poco recuperati all'interno di palazzo Duilio Paribelli in piazza Mercato).

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Casarsa della Delizia?
San Giovanni di Casarsa
Pier Paolo Pasolini visse a lungo a Casarsa (paese natale della madre) nel periodo della guerra e del dopoguerra e qui inizi? la propria attivit? di insegnante e di intellettuale, dando vita a quella "Academiuta di Lenga furlana" che tanta importanza doveva avere nella rinascita della letteratura friulana. Lo stesso Pasolini scrisse nel friulano di Casarsa.?

Pasolini, nato a Bologna nel 1922, fin dall'infanzia ha dimestichezza e familiarit? con il Friuli e con Casarsa, paese materno [nell'immagine a sinistra, Pasolini - secondo da destra - con amici di Casarsa; sotto, una strada di Casarsa della Delizia]. Pasolini trascorre per la prima volta un anno intero a Casarsa durante l?’anno scolastico 1928-1929 in seguito a difficolt? economiche del padre Carlo Alberto. A partire, poi, dal 1933 il giovane Pasolini ? solito trascorrere le vacanze estive con la madre e il fratello Guido Alberto.
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Nel 1943 il padre ? prigioniero in Africa e la famiglia sfolla da Bologna a Casarsa della Delizia. ? un periodo culturalmente fertile per Pier Paolo: dal 1942, infatti, iniziano le sue produzioni poetiche, come le Poesie a Casarsa e le corrispondenze epistolari su suoi progressi letterari con critici di fama nazionale. Qui cant? con stupendi versi le limpide acque, la roggia Versa, Versuta, i campi, il Glisi?t, il Tilimint, le sue genti e lo fece nella parlata locale, elevandola a lingua.
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L?’esperienza casarsese si chiude all?’inizio del 1950, quando Pier Paolo si trasferisce a Roma in compagnia della madre Susanna. Negli anni successivi, fino alla morte nel 1975, Pasolini far? sporadiche apparizioni a Casarsa, per trovare i parenti. Il 6 novembre 1975 Pier Paolo Pasolini far? definitivamente ritorno a Casarsa: il poeta riposa da allora nel piccolo cimitero della citt?.?

La casa materna (Casa Colussi), sita a Casarsa in via Guidalberto Pasolini, fu sede dell'Academiuta di Lenga Furlana (fondata da Pier Paolo con Bruno Bruni, Nico Naldini, Ermes e Ovidio Colussi, Fedele Girardo, Rico de Rocco, Virgilio Tramontin e Pina Kalz). Oggi l'edificio, restaurato dalla Provincia di Pordenone ? sede del Centro Studi Pier Paolo Pasolini. In detto centro si conservano opere letterarie tra cui i Quaderni Rossi e i manoscritti di Poesie a Casarsa, l?’opera teatrale in friulano I Turcs tal Friul e, in generale, la complessa produzione poetica del periodo casarsese, di sicuro interesse per i molti studiosi e appassionati.?

Il piano terra del Centro Studi ospita una mostra permanente suddivisa in stanze tematiche che illustrano la poliedrica attivit? di Pasolini. ? possibile ammirare i dipinti e i disegni a china realizzati negli anni di permanenza a Casarsa ed i manifesti politici che venivano affissi solitamente sotto la vecchia Loggia Comunale di San Giovanni. Quest'ultima localit? ? quella in cui Pasolini esercit? fino al 1949 la propria militanza politica nel Partito comunista italiano.

La mostra del Centro Studi si completa con una sezione ricca di immagini fotografiche di Pasolini e della sua famiglia e un?’altra sezione dedicata all?’attivit? pedagogica e letteraria degli anni friulani con l?’illustrazione dei principali luoghi del territorio locale che tanta parte hanno nelle liriche e nella prosa pasoliniana, come Versutta, la chiesa di Santa Croce, li Fondis, il cimitero di Casarsa, il Tagliamento e i paesi limitrofi.?
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VEDI ANCHE:
Casarsa, Casa Colussi sul web
Documentazioni nella Casa Colussi - Centro Studi Pasolini di Casarsa
Il cimitero di Casarsa
Immagini di Pasolini a Casarsa


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Vedi anche: tutti gli aggiornamenti di "Pagine corsare" da ottobre 1998
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Pasolini insegnante a Versuta e Valvasone. La sua infanzia e giovinezza a Casarsa della Delizia

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