Pier Paolo Pasolini - Il cinema
Il Decameron
IL SOGNO DELL'ALLIEVO DI GIOTTO
[L’allievo di Giotto] sogna l’Universo dopo la fine del mondo, è un Universo piccolo, che comprende poche centinaia di persone, e potrebbe essere contenuto in uno stanzone. Ma, per quanto piccolo, tale Universo è immenso, perché comprende al centro, in un ovale di luce circondato da facce di Angeli, il Signore Iddio [sarà in realtà, nel film, la Madonna col Bambino]. Alla sua destra e alla sua sinistra, ci sono, quasi simmetriche, le file dei Beati, che lo contemplano. Ci sono quelli più fortunati in prima fila, e poi tutti gli altri, di cui si vedono solo le teste, con le aureole che luccicano meravigliosamente. Dietro a tutti questi c’è il Cielo, anzi, essi sono nel Cielo. Il Cielo è nettamente diviso dall’Inferno; perché l’Universo di Giotto è nettamente diviso tra il Bene e il Male. Nello scuro Inferno, scavato nel tufo, ne succedono di tutti i colori: schiere di Dannati aspettano di essere giudicati per le loro Pene, con la disperazione negli atti e negli occhi, sorvegliati da Diavoli pelosi come scimmie. Più sotto, ci sono i Dannati che hanno cominciato la loro Eternità Infernale: le loro Pene sono le più crudeli, e il fuoco che li tormenta brilla secondo Giustizia, illuminando i Diavoli. La visione frontale e ingenua di Giotto - poiché questo è un sogno realistico - è piena di prospettive folli e vere di un luminismo caravaggesco, dove il solo e sole e il fuoco è fuoco. La visione è grandiosa; mai in tutto il film si è visto niente di simile: c’è da restare a bocca aperta davanti alla grandezza, alla bellezza, alla verità [dalla sceneggiatura del Decameron di Pier Paolo Pasolini]. |