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Contributi dei visitatori Eccoci qua: tutti a mangiare ricotta! ![]() Ma d’altronde, riprendendo Carmelo Bene che cita non so quale assessore o direttore alla cultura dei tempi, uno dei pochi estremamente lucidi evidentemente, "se non ci pensa il ministero alla mediocrità chi ci pensa?". Ora so la risposta: ci pensiamo noi da soli! Premetto che non sono amante di manifestazioni pubbliche in onore di Pasolini, che percepisco come un qualcosa di estremamente intimo e personale, il percorso che porta alla scoperta del suo genio è decisamente duro e travagliato, ma inevitabilmente alla fine mi ci ritrovo sempre nutrendo la speranza che forse stavolta c’è qualcuno che mi parlerà della sua opera offrendomi nuovi spunti di riflessione, puntualmente vengo sconfermata. Ieri sera ho assistito all’ennesima manifestazione disonorante il suo onore. Partecipo all’evento organizzato dallo storico Bar Necci, che ormai della miseria-autenticità di allora conserva ben poco, il tutto sostituito da uno stile moderno warholiano dove anche a Pier Paolo è toccato essere raffigurato in mille colori. La serata si chiamava "ciao Pierpà" dove oltre alla proiezione di alcuni frammenti di un documentario su ‘i ragazzi di vita oggi’, si alternavano letture di alcune sue poesie con base musicale composte appositamente per l’occasione e racconti di vita di personaggi del Pigneto che narravano aneddoti popolari di Pier Paolo in borgata. La verità è che si è trattato dell’ennesimo evento dove di tutto s’è parlato fuorché, e continuo a ribadirlo, dell’opera di un genio. Non posso giudicare la proiezione trattandosi di frammenti, sono rimasta estremamente infastidita dall’enfasi messa nel leggere le sue poesie cavalcata da questa musica in crescendo (non capirò mai perché gli attori per far vedere che sanno recitare devono alzare la voce sospirando), visto che ogni volta che le leggo le immagino recitate dalla sua voce così delicata e dolce, e ammetto di aver avuto un attimo di forte turbamento quando I racconti di vita sono sempre assolutamente stimolanti, soprattutto per la simpatia dei personaggi che ormai hanno lavorato sul loro repertorio che conoscono a memoria (e alle volte questo fa perdere spontaneità al racconto), anche se, per chi come me ha la fortuna di vivere a Monteverde e conoscere Pecetto, di racconti di questo genere ne conoscono molti quasi li avessero vissuti quei tempi di fame. Fame che ora non si patisce più, e così il VI Municipio di Roma è lieto di invitarvi all’aperitivo a tema (ma quale tema?! ma che significa un aperitivo a tema Pasolini?!) con vino friulano e indovinate? Ricotta! Della serie va bene patire per i nostri tempi ma ‘annamo a magnà’ ed ecco che un capolavoro come La ricotta dove il dialogo tra Orson Welles e il giornalista del Corsera dovrebbe essere impresso nella mente di chi afferma di amare Pasolini, si materializza in piatti di ricotta da spalmare sul pane. E visto che alla fine il buffet gratuito fa uscire fuori la parte più predatrice di noi ecco che vengo guardata male quando mi permetto una battuta "certo che i tempi di Accattone non sono poi passati anche se ci siamo dati un’imborghesita!", ma non so dire se se la siano presa più per l’imborghesimento o l’accattone, purtroppo temo per la seconda. Finisco la mia bevuta promettendo a me stessa "mai più" e alzo lo sguardo per ritrovarmi davanti al simbolo di tutto ciò: una lavagna con su scritto "ciao Pierpà - aperitivo più una bevuta 10 euro". Appunto!
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