"Pagine corsare"
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I primi che si amano...
da Chiara Rubin, 1° novembre 2006
"I primi che si amano
sono i poeti e i pittori della generazione precedente,
o dell'inizio del secolo; prendono
nel nostro animo il posto dei padri, restando,
però, giovani, come nelle loro fotografie ingiallite.
Poeti e pittori per cui l'essere borghesi non era vergogna...
figli in vigogna e feltri...
o povere cravatte che sapevano di ribellione e di madre.
[...]
La ventata della disobbedienza sa di ciclamino
sulle città ai piedi dei poeti giovani!
[...]
Abbi pure nostalgia di loro quando hai sedici anni.
Ma comincia subito a sapere
che nessuno ha fatto rivoluzioni prima di te;
che i poeti e i pittori vecchi o morti,
malgrado l'aria eroica di cui tu li aureoli,
ti sono inutili, non t'insegnano nulla.
Godi delle tue prime ingenue e testarde esperienze,
timido dinamitardo, padrone delle notti libere,
ma ricorda che tu sei qui solo per essere odiato,
per rovesciare e uccidere."
Mentre siamo qui a ricordarlo con amore, con rabbia, con amara ostinazione, godendo ben poco delle nostre testarde esperienze, è Pasolini a ricordarci qualcosa di irrinunciabile.
Non c'è nulla che ci possa insegnare, lui, poeta giovane, "adulto mai", padre non padre, testimone contraddittorio venuto da "qualche civiltà sepolta". La sua rara sensibilità semplicemente ci accompagna lungo una strada, la nostra, che non gli appartiene più e che comunque non avrebbe più riconosciuto.
"Dove si sono persi quei passi!
Non basta una severa paginetta di memorie,
no, non basta..."
1° novembre 2006
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