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CULTURA ITALIANA NEL MONDO
Pasolini oltre frontiera con "La rabbia"
grazie a un libro e a un Dvd
Italian Network, 24 maggio 2009

Si rincorrono le rassegne su Pasolini e le sue opere. Opere spesso scomode da "condividere" in un'Italia dei buoni sentimenti che denuncia ma che continua a riconoscere con grande difficoltà il realismo drammatico di tante esistenze e con esso le colpe, distorsioni, eversioni di una parte di sé. Un'operazione di denuncia politica, in chiave poetica, che ne La rabbia di Pasolini diventa attualità nonostante il tempo trascorso, come ha evidenziato il film  curato da Giuseppe Bertolucci e presentato al Festival di Venezia del 2008.

Un film salutato con attenzione critica, che le Edizioni Cineteca di Bologna hanno presentato in un volume che ripercorre la complessa avventura di uno dei film più controversi e originali del poeta e regista italiano. 

"Pasolini ha capito per primo e più a fondo di qualunque altro la mutazione antropologica del popolo italiano all'impatto con una modernità feroce, che l'avrebbe riconsegnato a un fascismo sotto nuove forme" (Curzio Maltese).

Con La rabbia, apparso nel 1963, Pasolini creava un nuovo genere cinematografico, il ‘poema filmico’. Le pagine del libro alternano il testo originale scritto nel 1963, invettiva carica di ragioni politiche e sentimento poetico, alle immagini del film, che montando sequenze di cinegiornali ricostruiva lo spirito dell’epoca: il mondo “dominato dalla scontentezza e dalla paura”, l’ombra dell’atomica, il malessere della guerra fredda, la bellezza infranta di Marilyn Monroe, l’Italia in difficile transizione verso la modernità. La composizione grafica di testo e  immagine restituisce l’impressionante forza visiva dell’opera pasoliniana, e la profonda, inquietante modernità del suo pensiero.

Accanto a un’introduzione del curatore, Roberto Chiesi, il volume contiene saggi di Tullio De Mauro e Giuseppe Bertolucci. 

Il volume inaugura la collana Pier Paolo Pasolini - Un cinema di poesia, che proporrà libri e Dvd dedicati allo studio e alla diffusione dell’opera pasoliniana. In uscita, anche il cofanetto Dvd+libro Appunti per un’Orestiade africana.

Il Dvd prodotto ed editato dal Gruppo Editoriale Minerva RaroVideo, in collaborazione con la Cineteca di Bologna e L’Istituto Luce, segue con il nuovo filmato un’intuizione di Tatti Sanguineti, che ha identificato i materiali a suo tempo scelti da Pasolini per la prima parte del film. Nel 2008 Giuseppe Bertolucci, la Cineteca di Bologna e il Fondo Pasolini hanno realizzato, partendo da quei materiali, un’ipotesi di ricostruzione della versione originaria perduta (post produzione a cura del laboratorio di restauro L’Immagine Ritrovata di Bologna).

La storia di questo film è davvero complessa e in parte misteriosa. L’idea di realizzare un film a montaggio che partisse da materiali di attualità fu del produttore ed editore del Cinegiornale “Mondo Libero”, Gastone Ferranti. Pasolini accettò la proposta. Selezionando immagini emblematiche della storia dell’epoca, pensò di comporle in forma inedita, impreziosendole con versi poetici da lui scritti sotto forma di poesia e di prosa. Prima di arrivare alla fase del doppiaggio, Ferranti chiese a Pasolini di dimezzare la durata del suo film e di affidare la realizzazione di un altro episodio a Giovannino Guareschi, così da creare un film visto sia da sinistra che da destra.

Dopo la forzata coabitazione, grazie alla coproduzione (Cineteca di Bologna, Minerva RaroVideo e Istituto Luce) il progetto La Rabbia di Pasolini torna a vivere di vita propria nel Dvd della RaroVideo.

La Rabbia di Pasolini è un viaggio nei drammi e nelle utopie degli anni ’50 e ’60, un diario sulla epoca della Guerra Fredda e dell’Italia del dopo-De Gasperi, fino al trionfo annunciato della «nuova arma» per «la diffusione della menzogna», la televisione. È uno dei più audaci esperimenti di Pasolini: un “nuovo genere cinematografico”, un film-poema basato su filmati tratti da cinegiornali dove è la materia stessa della cronaca e della storia recente ad essere affrontata dal poeta al di là degli schermi mistificatori dell’informazione del tempo. Pasolini si confronta con il quadro politico e sociale, dagli anni della Guerra Fredda al Boom economico, con la spregiudicatezza che gli era propria, decifrando le contraddizioni del suo tempo con un testo in poesia e in prosa letti da Giorgio Bassani e Renato Guttuso.

La Rabbia di Pasolini non è solo un documento storico ma un film lirico, in cui il sentimento poetico di Pasolini si unisce ad una riflessione critica, che si rivela profondamente attuale in virtù di quella ripetitività storica che lui stesso evidenzia. Emerge infatti dal film la denuncia della mancata capacità dell’uomo di saper imparare dalla storia. La Rabbia è un film poetico che inneggia alla libertà, alla fratellanza tra i popoli e allo stesso tempo un film polemico che rivolge un duro sguardo critico al moralismo e al qualunquismo della piccola borghesia italiana: un altro dei tanti preziosi testamenti, scritti e filmati dal grande intellettuale. Opera che ha fortunatamente scampato il pericolo di andare perduta per sempre.

In un’appendice finale, L’aria del tempo, viene evidenziata la violenza del linciaggio mediatico che l’Italia conformista dell’epoca scatenava contro il poeta-regista. È lo stesso Pasolini, in due rare interviste filmate, a commentare la persecuzione che lo assediava e la propria “rabbia” civile.

 

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Pasolini oltre frontiera con "La rabbia" grazie a un libro e a un Dvd

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