La serata si apre con un omaggio a Fabio Mauri, artista tra i maggiori dell'arte italiana contemporanea scomparso quest'anno all'età di 83 anni.
Amico di Pasolini fin dagli anni universitari e della rivista “Il Setaccio”, nel corso della sua attività di profondo sperimentatore dei linguaggi dell'Arte ha attraversato diverse stagioni – espressionismo, avanguardia, arte concettuale, performance – sempre sollevando questioni esistenziali ed etiche o legate alla storia sociale e politica del Paese, e trovando i modi di coniugare la sfera concettuale alla dimensione emotiva e concreta.
Il MAMbo (Museo d'Arte Moderna di Bologna), in occasione del riallestimento delle collezioni permanenti, ripropone nei suoi spazi espositivi le fotografie di Antonio Masotti che documentano la performance “Intellettuale” di Fabio Mauri. Il 31 maggio 1975, nel corso delle attività inaugurali della nuova Galleria d'Arte Moderna di Bologna, il film Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini fu proiettato sulla persona del regista stesso, la cui camicia bianca fungeva da schermo.
Considerata una 'passione' rivissuta sul corpo stesso dell'autore, una 'radiografia dello spirito' cui Pasolini si sottopose anche richiamato dalla dimensione fisica sottesa ad ogni esperienza artistica, la performance rivive nelle foto scattate da Antonio Masotti e da una testimonianza filmata inedita di Mauri. In questa intervista realizzata nel 2007, Fabio Mauri ricorda l'amicizia giovanile con Pasolini negli anni bolognesi, la loro comune esperienza alla rivista “Il setaccio”, la partecipazione di Mauri in Medea nel ruolo di Pelia, re di Jolco, e la performance "Intellettuale" alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna nel 1975.
A seguire la proiezione di Mamma Roma (1962), seconda prova cinematografica di Pasolini in cui si stratificano e si coagulano ascendenze artistiche provenienti dal magistero longhiano, come del resto comprova la dedica della sceneggiatura del film «A Roberto Longhi cui sono debitore della mia “fulgurazione figurativa”».
Un debito riscontrabile nella costruzione delle inquadrature concepite come immobili pale d'altare più che nelle citazioni pittoriche puntuali, come ebbe a dire in una scoperta dichiarazione di poetica: «Io cerco la plasticità dell'immagine, sulla strada mai dimenticata di Masaccio: il suo fiero chiaroscuro, il suo bianco e nero – o sulla strada, se volete, degli arcaici, in uno strano connubio di sottigliezza e di grossezza. Non posso essere impressionistico. Amo lo sfondo, non il paesaggio».
A presentare la serata e il ciclo di proiezioni incentrate sul rapporto tra Pasolini e le arti figurative interverrà Claudio Musso (MAMbo).