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Saggistica L'eroismo all'italiana:
Gia da tanto tempo non si era presentato un simile caso di coinvolgimento e coraggio personale. A questo proposito possiamo citare forse soltanto il nome di Pier Paolo Pasolini, che ha spietatamente criticato la società tecno-fascista-consumistica italiana. Anche Roberto Saviano cita Pasolini in Gomorra e riprende il "ritornello" pasoliniano di uno degli articoli più importanti pubblicati dal Corriere della Sera del novembre 1974, “Io so". Pasolini conosceva i nomi dei criminali che si erano attivati in Italia in quegli anni, però non li fece: probabilmente non ne ebbe neppure il tempo. In questo senso Saviano va molto oltre, cita i nomi dei boss camorristi, nomina le situazioni concrete, i dettagli delle loro azioni, fino a lasciarci senza fiato. L´autore è molto esperto e conosce profondamente la problematica dell’attività camorristica, la struttura e il modo di funzionamento dell'organizzazione camorristica: la sua conoscenza è, come dice lui stesso, un dovere; la comprensione della situazione della camorra è per lui un segnale di umanità. A questo punto però le similitudini con Pasolini terminano: laddove Pasolini rivela il carattere fascista della società italiana postmoderna in generale, Saviano tratta con grande profondità e ampiezza il mondo della criminalità organizzata. L´autore incide con grande vivacità nel pensiero del lettore toponimi quali Secondigliano, Casal di Principe, Mondragone o i nomi delle famiglie come i Di Lauro, gli Schiavone, ci presenta le liste infinite dei morti, le statistiche terribili come se non fossero localizzate in Europa. Non si trattiene di fronte ad alcuna rappresentazione, anche la più scandalosa, dei crimini: dal contrabbando, del narcotraffico, dell'industria tessile illegale, dagli omicidi fino all'edilizia nera, al trattamento illegale dei rifiuti – sempre nella totale concretezza di tempo, luoghi e nomi delle persone coinvolte, senza alcuna omissione. Gomorra sicuramente non è di facile lettura. Non si tratta di bocconi facili da digerire. Dopo aver finito di leggere il lettore sente brividi corrergli lungo la schiena, non vi è soddisfazione, non vi è alcuna soluzione. Avremmo voglia, come l´autore alla fine del libro, di gridare, di esprimere un gesto disperato per far tacere la realtà totalitaria della camorra. Per esprimere che nonostante tutto siamo ancora qui e lottiamo per la libertà della creazione e della testimonianza ad ogni costo. La realtà campana dell´attività della camorra e assai triste, feroce, spietata e totalitaria. Saviano ci espone la realtà campana come una realtà in negativo: vivere fuorilegge, considerare il crimine come qualcosa di naturale sono situazioni congenite, e la capacità di contrastare, pubblicare una testimonianza, lottare contro la camorra come qualcosa di assolutamente strano ed eccezionale. E Saviano non trascura alcun aspetto di questa tragicità della Campania attuale. La sua inchiesta-testimonianza è così spietata come è spietata la camorra contro i suoi oppositori. L´apporto dell´autore non consiste soltanto nel pubblicare tutti i crimini di questa organizzazione, ma anche in numerosi passaggi riflessivi, dove si trattano il carattere e la filosofia di questi crimini. Saviano si mostra in tal modo come un narratore impeccabile e molto maturo, uno dei pochi che si esprima da solo contro il flusso massiccio di gran parte della società campana che e stata costretta a collaborare con la criminalità organizzata.
Un grande ringraziamento non va solo all´autore, ma anche alla traduttrice, Alice Flemrová, che rende con grande capacità l'attuale linguaggio italiano del ventunesimo secolo. Il ceco di Flemrová è molto preciso, adeguato e soprattutto attuale. Il testo nella sua traduzione scorre molto facilmente, senza ostacoli o disguidi. Molto preziose sono le note a piè di pagina con le quali la traduttrice avvicina alla realtà italiana, alcune volte assai lontana per il lettore ceco. |
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