.
 
[Da un'intervista rilasciata da Nico Naldini, Rai 1998]

[...] È in atto una operazione di demolizione dell'opera di  Pasolini, sia poetica che romanzesca. Questa operazione ha tutto il sapore di una vendetta postuma, ha un tono calunnioso. Questi critici, che poi non sono tanti, però sono quelli che strepitano di più, sono stati a suo tempo sbaragliati dall'intelligenza critica di Pasolini ed è per questo che io sento che si tratta proprio come di un regolamento di conti fatto adesso che Pasolini non può più rispondere. Direi che questa è una sindrome tipicamente italiana. Mentre la cultura francese ed europea in genere quando ha uno scrittore importante lo ricorda, lo coltiva, lo ripropone in vario modo alle generazioni che seguono, in Italia c'è questa maledetta sindrome dell'infangare l'idolo che fino a quel momento ha sedotto un pubblico. Ecco, questa direi che è una cosa molto italiana e molto spiacevole perché distrae dall'opera di un grande scrittore, di un grande critico e di un grande cineasta l'attenzione delle nuove generazioni attraverso un puro atto calunnioso. [...] 

.
 
Domenico (Nico) Naldini è nato a Casarsa in Friuli nel 1929 da Antonio e Enrichetta Colussi sorella di Susanna, madre di Pier Paolo Pasolini. Ha lavorato nell'editoria, nel giornalismo e nel cinema, a Milano e a Roma. Ora vive a Treviso. Ha pubblicato Seris par un frut (poesie friulane), edizioni dell'Academiuta di lenga furlana, Casarsa 1948; Un vento smarrito e gentile (poesie friulane, venete e italiane), Scheiwiller 1984; Nei campi del Friuli La giovinezza di Pasolini), Scheiwiller 1984; Vita di Giovanni Comisso, Einaudi 1985; La curva di San Floreano, Einaudi 1988; Pasolini, una vita, Einaudi 1989. Attualmente collabora tra l'altro alla realizzazione, nella collana Meridiani di Mondadori, dell'opera completa di Pier Paolo Pasolini.