Sono uno
che ? nato in una citt? piena di portici nel 1922.

[...]
Quanto alla poesia, ho cominciato a sette anni:?
ma non ero precoce se non nella volont?.
Sono stato un poeta di sette anni
come Rimbaud - ma solo nella vita.

[1929]
Ora, in un paese tra il mare e la montagna,
dove scoppiano grandi temporali, d?inverno piove molto,
in Febbraio si vedono le montagne chiare come il vetro,
appena al di l? dei rami umidi, e poi nascono le primule sui fossi
inodore, e d?estate gli appezzamenti, piccoli, di granoturco
alternati a quelli verdecupo dell?erba medica
si disegnano contro il cielo sfumato
come un paesaggio misteriosamente orientale -?
ora, in quel paese, c?? una cassapanca piena dei manoscritti di uno dei?
tanti ragazzi poeti.?

La cosa pi? importante della mia vita ? stata mia madre (le si ? aggiunto, solo ora, Ninetto).
[1942]
Nel ?42 in una citt? dove il mio paese ? cos? se stesso?
da sembrare un paese di sogno, con la grande poesia dell?impoeticit?,?
formicolante di gente contadina e piccole industrie,?
molto benessere,?
buon vino, buona tavola,?
gente educata e grossolana, un po? volgare ma sensibile,?
in quella citt? ho pubblicato il primo libriccino di versi,?
col titolo, per allora, conformista di ?Poesie a Casarsa?,?
dedicato, per conformismo, a mio padre,
che l'ha ricevuto nel Kenia,
- era l? prigioniero, vittima ignara e senza critica
della guerra fascista.
[...]
.

Pier Paolo Pasolini, poesia autografa, marzo 1943
Devo aggiungere che mio padre approvava il fascismo.?
?E qui c?? la seconda contraddizione, quella pubblica:?
il fascismo non tollerava i dialetti, segni?
dell?irrealizzata unit? di questo paese dove sono nato,?
inammissibili e spudorate realt? nel cuore dei nazionalisti.??
Per questo quel mio libro non fu recensito nelle riviste ufficiali.?
E Gianfranco Contini dovette inviare la sua recensione?
(la gioia letteraria, quella, pi? grande della mia vita)?
ad un giornale di Lugano.
[...]
Devo aggiungere, ancora, per finire questa storia -?
molto irregolare nell?insieme del mio poema -?
che quei miei versi friulani sono i miei pi? belli?
(insieme a quelli scritti fino a ventitr?, ventiquattro anni,?
pubblicati pi? tardi col titolo ?La meglio giovent??,?
e insieme anche ai coevi versi italiani,?
nati da quella profonda elegia friulana?
di autolesionista, esibizionista e masturbatore,?
tra i gelsi e le vigne viste con l?occhio pi? puro del mondo;?
si chiamano, quei versi, ?L?Usignolo della Chiesa Cattolica?,?
e il loro falsetto ? ancora una musica atroce?
e sottile che, da laggi?, mi affascina e mi attira indietro.
[...]
[1950]
Fuggii con mia madre e una valigia e un po? di gioie che risultarono false,?
su un treno lento come un merci?
per la pianura friulana coperta da un leggero e duro strato di neve.?
Andavamo verso Roma.
Avevamo dunque, abbandonato mio padre?
accanto a una stufetta di poveri,?
col suo vecchio pastrano militare?
e le sue orrende furie di malato di cirrosi e sindromi paranoidee.

[...]
Arrivammo a Roma,?
aiutati da un mio dolce zio,?
che mi ha dato un po? del suo sangue:?
io vivevo come pu? vivere un condannato a morte?
sempre con quel pensiero come una cosa addosso,?
- disonore, disoccupazione, miseria.?
Mia madre si ridusse per qualche tempo a fare la serva.?
E io non guarir? mai pi? di questo male.?
Perch? io sono un piccolo borghese, e non so sorridere...?
come Mozart...?
[...]
Come sono diventato marxista??
Ebbene...? andavo tra fiorellini candidi e azzurrini di primavera,?
quelli che nascono subito dopo le primule,?
- e poco prima che le acacie si carichino di fiori,?
odorosi come carne umana che si decompone al calore sublime?
della pi? bella stagione -?
e scrivevo sulle rive di piccoli stagni?
che laggi?, nel paese di mia madre, con uno di quei nomi?
intraducibili si dicono ?fonde?,?
coi ragazzi figli dei contadini?
che facevano il loro bagno innocente?
(perch? erano impassibili di fronte alla loro vita
mentre io li credevo consapevoli di ci? che erano)?
scrivevo le poesie dell??Usignolo della Chiesa Cattolica?:?
questo avveniva nel ?43:?
nel ?45 fu tutt?un?altra cosa.?
Quei figli di contadini, divenuti un poco pi? grandi,?
si erano messi un giorno un fazzoletto rosso al collo?
ed erano marciati?
verso il centro mandamentale, con le sue porte?
e i suoi palazzetti veneziani.?
Fu cos? che io seppi ch?erano braccianti,?
e che dunque c?erano i padroni.?
Fui dalla parte dei braccianti, e lessi Marx. <...>
[...]
A Roma, dal ?50 a oggi, Agosto del 1966,?
non ho fatto altro che soffrire e lavorare voracemente.?
Ho insegnato, dopo quell?anno di disoccupazione e fine della vita,?
in una scuoletta privata, a ventisette dollari al mese:?
frattanto mio padre?
ci aveva raggiunto?
e non parlammo mai della nostra fuga, mia e di mia madre.
Fu un fatto normale, un trasferimento in due tempi.?
Abitammo in una casa senza tetto e senza intonaco,?
una casa di poveri, all?estrema periferia, vicino a un carcere.?
C?era un palmo di polvere d?estate, e la palude d?inverno.?

Ma era l?Italia, l?Italia nuda e formicolante,?
coi suoi ragazzi, le sue donne,?
i suoi ?odori di gelsomini e povere minestre?,?
i tramonti sui campi dell?Aniene, i mucchi di spazzature:?
e, quanto a me,?
i miei sogni integri di poesia.?
Tutto poteva, nella poesia, avere una soluzione.?
Mi pareva che l?Italia, la sua descrizione e il suo destino,?
dipendesse da quello che io ne scrivevo,?
in quei versi intrisi di realt? immediata,?
non pi? nostalgica, quasi l?avessi guadagnata col mio sudore.?
Certo, quanto conta, anche nel senso pi? misero?
una condizione economica:?
non aveva peso il fatto ch?io fossi ricco di cultura e amore,?
aveva molto pi? peso il fatto che io, certi giorni,?
non spendessi nemmeno le cento lire per farmi radere la barba dal barbiere:?
la mia figura economica, bench? instabile e folle,?
era in quel momento, per molti aspetti,?
simile a quella della gente tra cui abitavo:?
in questo eravamo proprio fratelli, o almeno pari.?
Perci?, credo, ho molto potuto capirli.
[...]
E oggi, vi dir?, che non solo bisogna impegnarsi nello scrivere,?
ma nel vivere:?
bisogna resistere nello scandalo?
e nella rabbia, pi? che mai,?
ingenui come bestie al macello,?
torbidi come vittime, appunto:?
bisogna dire pi? alto che mai il disprezzo?
verso la borghesia, urlare contro la sua volgarit?,?
sputare sopra la sua irrealt? che essa ha eletto a realt?,?
non cedere in un atto e in una parola?
nell?odio totale contro di esse, le sue polizie,?
le sue magistrature, le sue televisioni, i suoi giornali:?
e qui?
io, piccolo borghese che drammatizza tutto,?
cos? bene educato da una madre nella dolce e timida anima?
<...> della morale contadina,?
vorrei tessere un elogio?
della sporcizia, della miseria, della droga e del suicidio:?
io privilegiato poeta marxista?
che ha strumenti e armi ideologiche per combattere,?
e abbastanza moralismo per condannare il puro atto di scandalo,?
io, profondamente perbene,?
faccio questo elogio, perch? la droga, lo schifo, la rabbia,?
il suicidio?
sono, con la religione, la sola speranza rimasta:?
contestazione pura e azione?
su cui si misura l?enorme torto del mondo <...>.
Non ? necessario che una vittima sappia e parli.
Nel ?60 ho poi girato il mio primo film, che,?
come ho detto, s?intitola ?Accattone?.?

Perch? sono passato dalla letteratura al cinema??
Questa ?, nelle domande prevedibili in un?intervista,?
una domanda inevitabile, e lo ? stata.?
Rispondevo dunque ch?era per cambiare tecnica,?
che io avevo bisogno di una nuova tecnica per dire una cosa nuova,?
o, il contrario, che dicevo la stessa cosa, sempre, e perci?
dovevo cambiare tecnica: secondo le varianti dell?ossessione.?
Ma ero solo in parte sincero nel dare questa risposta:?
il vero di essa era in quello che avevo fatto fino allora.?
Poi mi accorsi?
che non si trattava di una tecnica letteraria, quasi?
appartenente alla stessa lingua con cui si scrive:?
ma era, essa stessa una lingua...?
E allora dissi le ragioni oscure?
che presiedettero alla mia scelta:?
quante volte rabbiosamente e avventatamente?
avevo detto di voler rinunciare alla mia cittadinanza italiana!?
Ebbene, abbandonando la lingua italiana, e con essa,?
un po? alla volta, la letteratura,?
io rinunciavo alla mia nazionalit?.?
Dicevo no alle mie origini piccolo borghesi,?
voltavo le spalle a tutto ci? che fa italiano,?
protestavo, ingenuamente, inscenando un?abiura?
che, nel momento di umiliarmi e castrarmi,?
mi esaltava. Ma non ero del tutto?
sincero, ancora.
Poich? il cinema non ? solo un?esperienza linguistica,?
ma, proprio in quanto ricerca linguistica, ? un?esperienza filosofica.?
[...]
Voi avete visto il mio Vangelo,?
avete visto i volti del mio Vangelo.?
Non potevo sbagliare, perch? talvolta, quando si gira, le decisioni?
dovevano?
avvenire?
in pochi minuti:?
non ho sbagliato mai, nei volti,?
nei volti <...>?
perch? la mia libidine e la mia timidezza?
mi hanno costretto a conoscere bene i miei simili.
.
  
  
.
[...]
A questo punto, non voglio commuovermi sulle mie ragioni,?
cio? sul fatto?
che non solo, l??impegno?,?
non ? finito, ma che anzi, incomincia.?
Mai l?Italia fu pi? odiosa.?
Oltretutto con il tradimento degli intellettuali,?
con questo revisionismo del Partito Comunista, lupo?
che stavolta veramente ? agnello, - il compagno?
Longo allo Spiegel aveva una faccia adulatrice di letterato?
che si finge disperatamente in pari coi tempi,?
respingendo cos? ogni violenza palingenetica del comunismo:?
s?, anche il comunista ? un borghese.?
Questa ? ormai la forma razziale dell?umanit?.?
Forse, impegnarsi contro tutto questo?
non vuol dire scrivere, da impegnati,?
direi, ma vivere.
[...]
[che] nulla vale la vita.?
Perci? io vorrei soltanto vivere?
pur essendo poeta?
perch? la vita si esprime anche solo con se stessa.?
Vorrei esprimermi con gli esempi.?
Gettare il mio corpo nella lotta.?
Ma se le azioni della vita sono espressive,?
anche l?espressione ? azione.?
Non questa mia espressione di poeta rinunciatario,?
che dice solo cose,?
e usa la lingua come te, povero, diretto strumento;?
ma l?espressione staccata dalle cose,?
i segni fatti musica,?
la poesia cantata e oscura,?
che non esprime nulla se non se stessa,?
per una barbara e squisita idea ch?essa sia misterioso suono?
nei poveri segni orali di una lingua.
Io ho abbandonato ai miei coetanei e anche ai pi? giovani?
tale barbara e squisita illusione: e ti parlo brutalmente.?
E, poich? non posso tornare indietro,?
a fingermi un ragazzo barbaro,?
che crede la sua lingua l?unica lingua del mondo,?
e nelle sue sillabe sente misteri di musica?
che solo i suoi connazionali, simili a lui per carattere?
e letteraria follia, possono sentire?
- in quanto poeta sar? poeta di cose.?
Le azioni della vita saranno solo comunicate,?
e saranno esse, la poesia,?
poich?, ti ripeto, non c?? altra poesia che l?azione reale?
(tu tremi solo quando la ritrovi?
nei versi, o nelle pagine in prosa,?
quando la loro evocazione ? perfetta).?
Non far? questo con gioia.
Ebbene, ti confider?, prima di lasciarti,?
che io vorrei essere scrittore di musica,?
vivere con degli strumenti?
dentro la torre di Viterbo che non riesco a comprare,?
nel paesaggio pi? bello del mondo, dove l?Ariosto?
sarebbe impazzito di gioia nel vedersi ricreato con tanta?
innocenza di querce, colli, acque e botri,?
e l? comporre musica
l?unica azione espressiva
forse, alta, e indefinibile come le azioni della realt?.

?Il film l'ho girato - e con Cristo! / L'ho trovato, Cristo, l'ho rappresentato!? scrisse Pasolini, ma in realt? non fu facile reperire i finanziamenti, gli attori e, soprattutto le location. ?Agli inizi della primavera 1964 il Vangelo entr? in lavorazione. Le prime inquadrature girate furono quelle del battesimo di Ges? - e il Giordano venne "trovato" fra Orte e Viterbo in una fessura scavata da un torrente in mezzo a rocce aspre e selvagge?, racconta lo scrittore Enzo Siciliano, grande amico di Pasolini, che nel film interpreta il ruolo di Simone - nel suo Vita di Pasolini.
E prosegue: ?In quell'occasione Pier Paolo scopr? la Torre di Chia di cui letterariamente si innamor? e decise di acquistarla, ma l'acquisto gli riusc? dopo pochi anni?. Era allora, ed ? ancora, un luogo cos? ricco di storia e di fascino che il regista non poteva non rimanerne attratto, forse spinto dal desiderio di una vita diversa, pi? rilassata. A quel suo sogno si riferiscono gli ultimi versi di Poeta delle ceneri con cui "Pagine corsare" ricorda Pasolini in questo 2 novembre 2006.?
Solo nel novembre 1970 il sogno pot? avverarsi: Pasolini costru? allora, ai piedi della Torre, una casetta con grandi vetrate, un luminoso studio e una cucina. Negli ultimi tre anni della sua vita dimor? per lunghi periodi a Chia, lavorando al romanzo Petrolio.
Sul Corriere della Sera del 2 Novembre del 1975, quella che era stata una vita di creativit?, passione, amore per la letteratura e il cinema, si trasform? di colpo in drammatica notizia di cronaca: ?Pier Paolo Pasolini ? stato ucciso. ? accaduto stanotte a Ostia, a duecento metri dal mare. La scena del delitto ? uno sterrato deserto su cui sorgono delle squallide casupole abusive, quasi delle baracche...?.
[Qui di seguito, la riproduzione di una pagina dell'Unit? del 6 novembre 1975]
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